Testimonianza di Clara Schiavoni
Per la festa delle madri oggi vogliamo ricordare la mamma dell’amica scrittrice Clara Schiavoni che è sempre accanto a noi, anche quando lascia la sua Osimo per volare dai nipotini a Dublino, in Irlanda. Per il 25 aprile nel Gruppo Facebook di Donne della realtà sono arrivate molte segnalazioni e abbiamo letto e condiviso tante storie sulla Resistenza e sulla Liberazione. Clara ci ha invitat* alla marcia di Montalto, nelle Marche, in ricordo dell’eccidio che lì si consumò il 22 marzo 1944: “Ventisette uomini tra partigiani di vecchia data e giovani giunti in montagna da meno di un mese persero la vita per mano di un reparto del battaglione M – IX Settembre, inquadrato nella divisione tedesca Brandenburg”. La nostra amica ci ha segnalato anche il sito www.storiamarche900.it da cui attingere maggiori informazioni su quella strage e sulla circostanza grazie alla quale cinque partigiani riuscirono a salvarsi: «Cominciò la fucilazione e di quattro in quattro, anche i catturati a Caldarola, si trovarono sotto il plotone di esecuzione. Verso la fine il tenente Fischer la sospese, probabilmente non per uno slancio di umanità, ma per ragioni pratiche: la strada era ingombra di cadaveri e i camion che dovevano muoversi erano impossibilitati a farlo, quindi si doveva procedere immediatamente con lo spostamento dei corpi. In questo modo furono risparmiati Marcello Muscolini, Aroldo Ragaini, Alberto Pretese, Carlo Manente ed Elvio Verdinelli. Si salvò anche uno dei fucilati, Nello Salvatori, che gravemente ferito si finse morto e attese per tre ore che i soldati se ne andassero».

Illustrazione tratta dalla pagina Fb di ANPI Affori, Milano
È a questo punto che la grande Storia incrocia la storia familiare di Clara Schiavoni: «Resistette finché non fu trovato dalla gente del luogo. Si chiamava Nello Salvatori e fu portato a Tolentino a casa della cognata che lo nascose. Da questa signora, Antonietta, sarta con lavoranti, andava a imparare il mestiere mia madre Laura che aveva 15 anni. Mamma fin da giovane era molto riservata e anche bella Antonietta disse solo a mia madre del nascondiglio dove stava il giovane Nello e la incaricò di portargli il cibo.
Nello si innamorò di mia madre e le chiese di sposarlo per poi andare in Argentina. Immagino il rossore di mia madre che non accettò essendo già fidanzata con mio padre, conosciuto in Ancona e anche lui a Tolentino sui monti con i partigiani. Nello andò davvero in Argentina e ogni volta che è tornato ha chiesto notizie di mia madre intanto sposata e in Ancona. Non si sono più rivisti ma il loro incontro è rimasto nei loro cuori tanto che mia madre mi ha raccontato il fatto fino alla sua vecchiaia».