
Un ritaglio del “Corriere Milanese” sui funerali di Salvatore Quasimodo celebrati nella Basilica di San Simpliciano il 17 giugno 1968. Dall’archivio privato del figlio del poeta, Alessandro Quasimodo
Distorto il battito
della campana di San Simpliciano
si raccoglie sui vetri della mia finestra.
Il suono non ha eco, prende un cerchio
trasparente, mi ricorda il mio nome.
Questi versi, dalla poesia Il silenzio non m’inganna, saranno letti da Alessandro Quasimodo, l’attore e regista figlio del Premio Nobel per la letteratura, il 15 novembre prossimo (alle ore 19) nella Basilica di San Simpliciano, a Milano, a due passi dallo studio di corso Garibaldi 16 dove il poeta ha abitato negli ultimi anni della sua vita. E dove, il 17 giugno 1968, sono stati celebrati i suoi funerali prima della tumulazione nel Famedio del Cimitero Monumentale.
Come scrisse Carlo Bo sul Corriere della sera, il poeta siciliano «si trasferì nell’Italia settentrionale e finì per trovare in terra lombarda e, più precisamente, a Milano quella che sarebbe diventata la sua seconda condizione di vita». Alla città, alle ferite dei bombardamenti, alle nebbie dei Navigli, Quasimodo ha dedicato alcune tra le sue più celebri poesie che, insieme ad altre di tema più strettamente religioso, saranno proposte dalla voce del figlio Alessandro nell’omaggio ideato e promosso dalla giornalista Paola Ciccioli in collaborazione con l’Associazione “Quarto Paesaggio” presieduta dallo scrittore Giorgio Tacconi.
Le letture saranno intervallate da musiche eseguite dall’organista Isaia Ravelli e il saluto dell’antica Basilica sarà dato dal vicario Monsignor Giuseppe Angelini, già rettore dell’adiacente Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, che ha aperto le porte di San Simpliciano per questa “preghiera laica” nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di Salvatore Quasimodo.