“Il bosco del mostro felice”

Quarto Paesaggio Milano sta mappando il vero amore dei milanesi nei confronti dei “concittadini vegetali”. Dopo una prima puntata, riuscitissima, dell’iniziativa Racconta il tuo albero, ora sta preparando il “volume 2” dedicato all’autunno e ha invitato gli abitanti dell’area metropolitana a filmare con il cellulare l’albero a cui sono più legati o che vedono più spesso o che sentono minacciato o che si sta illuminando dei colori di stagione…

Il presidente dell’Associazione, Giorgio Tacconi, ha dedicato agli alberi un elegante volumetto dal titolo La selva della seduttrice, Viaggio nel verde letterario, che propone una ricca selezione di testi nei quali si parla di boschi, foreste e più in generale «dei nostri progenitori vegetali». Di seguito il capitolo “Il bosco del mostro felice”:

«In genere dormivo durante il giorno e viaggiavo di notte al riparo dagli sguardi umani. Una mattina però vedendo che la strada attraversava un fitto bosco corsi il rischio di proseguire anche dopo il sorgere del sole. La giornata, una delle prime di quella primavera, mi rianimò. C’era una bella luce, l’aria era profumata. Sentivo rinascere emozioni dolci entro di me, emozioni piacevoli che sembravano morte da tempo. Sorpreso, mi abbandonai alla novità di queste sensazioni. Dimenticai la solitudine, la mia figura deforme e osai essere felice. Dolci lacrime mi rigarono le guance e con occhi umidi ringraziai il sole benedetto, che mi dava tanta gioia.

Continuai a seguire i sentieri del bosco, fino a che non raggiunsi i confini, limitati da un corso d’acqua veloce e profondo su cui si incurvavano i rami di molti alberi ingemmati dalla recente primavera. Mi fermai non sapendo che sentiero seguire, quando udii un suono di voci che mi spinse a nascondermi dietro un cipresso.

(Mary Shelley, Frankenstein, XVI 1816)

La povera Creatura senza nome e senza amore osa essere felice in un bosco. Non ne fosse mai uscito! Ma la sua anima gentile lo induce ancora una volta a prestare soccorso, a fare del bene. In cambio, avrà esecrazione e orrore. Il dramma di questo Dorian Gray all’inverso non sta solo nel fatto che all’epoca la chirurgia estetica, come l’intera chirurgia del resto, era ancora molto arretrata; il suo problema è che il buono non coincide col bello, per cui hai voglia a mostrarti gentile e altruistico se hai la faccia ricucita con ago e filo e una taglia XXXXL.

Solo nel bosco il maledetto pregiudizio per cui uno mostruoso deve per forza essere un mostro perde valore. La Creatura può guardare i nodosi tronchi degli alberi con una certa familiarità e osservare le gemme senza che queste, terrorizzate, si secchino all’istante. La natura non è né bella né brutta, buona o cattiva. È e basta. E questo dovrebbe bastare per essere felici».

(a cura di Paola Ciccioli)

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