di Adele Colacino

Sì, viaggiare. Un’Adele Colacino in gran forma (prima da destra) ci racconta questa volta di una crociera con le sue non silenziosissime amiche. Sembrava dovesse finir male e invece… (la suspense è d’obbligo e spiega perché la cronaca di questo viaggio in Norvegia arriva a distanza di mesi…)
«Spenderò tutti i miei soldi in viaggi», dice qualcuno in una chat, ed io approvo e condivido.
Ho sempre avuto l’idea che andare in crociera fosse una cosa da anziani abbastanza agiati e, quando mi hanno proposto “L’incanto dei fiordi”, ho pensato che era troppo per me. Ho detto No.
Ho prenotato una visita nell’isola di Malta.
Poi Rosa mi richiama, «si è liberato un posto ed io sarei sola in cabina, vieni!».
Malta e i Fiordi nello stesso mese, una pazzia.
Se non ora quando?, mi sono detta, e l’ho fatto!
9-18 giugno 2017 – Crociera l’Incanto dei Fiordi – Costa Magica.
“Il meglio dei Fiordi norvegesi in dieci giorni. La lenta navigazione all’interno dei fiordi consente una immersione completa nella natura incontaminata e prorompente che stupisce con cascate, ghiacciai, picchi rocciosi e grandi distese di alberi dal verde intenso, così come le numerose escursioni permettono di svolgere attività all’aria aperta in paesaggi di fiaba”.
Non avevo idea di cosa mettere in valigia, sono diventate due valigie su consiglio delle amiche esperte.
Io vivo nel piede dello Stivale e come sempre occorre già un viaggio per raggiungere il crocicchio di partenza.
Lamezia – Roma – Amsterdam – e poi l’imbarco.
Arrivare in cabina e potersi stendere sul letto ti fa comprendere che il tempo non ti sorride come prima.
Capisco subito, considerato il mio scarsissimo senso dell’orientamento, che su questa nave Magica mi perderò sovente e magicamente.
Mi sveglio presto al mattino e scosto solo un poco la tenda che oscura l’oblò.
L’avevo chiusa sul buio di un mare buio.
Un sole accecante avvampa il mare e, di fronte, una montagna altissima dalla sua corona di neve lancia braccia di spuma ad accogliere il mio stupore.
Temo di disturbare il sonno della mia compagna di cabina e rimango in quell’angolo di stoffa e di vetro godendomi una commozione intima fortissima.
Mi sfrecciano davanti agli occhi gabbiani che sembrano stendere bandiere di benvenuto, benedetti quegli euro in più che consentono di avere una finestra in cabina. Si sveglia anche la mia compagna di viaggio e finalmente posso lasciarmi accecare dalla luce fortissima di un sole che rende tutto liquido, anche il respiro che mi si ferma in gola.
Siamo un gruppo consolidato di amiche che viaggiano spesso insieme ed abbiamo scelto le stesse escursioni.
Sono tre e la più costosa prevede una giornata “alla scoperta della strada dell’Atlantico, con tour su nave vichinga all’isola di Håholmen”.
In realtà saranno molte ore di pullman sotto la pioggia, arrivo in un posto desolato, attesa di un barcone che di vichingo aveva solo la prua…, un uomo coperto da una cerata che ci fa salire a bordo, ci ammassiamo bagnati ed infreddoliti e, coperti fino agli occhi per ripararci da pioggia e vento, raggiungiamo una calda baracca dove, dopo una lunga fila, riusciamo a raggiungere un bagno e quindi a tavola una pietanza di baccalà e yogurt.
In chiusura, un film sui vichinghi, solo in lingua inglese, ha notevolmente arricchito la nostra conoscenza sul tema.
Già sulla via del ritorno organizzo un reclamo collettivo contro Costa Crociere che non risponderà mai alle domande di chiarimento sull’organizzazione di questo tour.
La lunga scarpinata per raggiungere il “ghiacciaio Briksdal” e il viaggio attraverso il clima del nostro pianeta” valevano davvero la pena di essere vissuti.
Siamo a teatro, come ogni sera, il signore seduto accanto a noi dimostra subito di essere un pochino seccato dalla nostra presenza. Siamo arrivate poco prima dell’inizio dello spettacolo e, non avendo trovato posti liberi per tutte e cinque, Loredana e Carmen vanno a sedere in una delle prime file, quelle riservate agli ospiti “Perla” mi pare siano definiti. Sono quelli che hanno accumulato molti punti di prestigio per aver viaggiato molte volte con Costa.
Loredana, briosa in tutte le lingue che non conosce, chiede cortesemente al signore impettito, una vera perla, di spostarsi un pochino per far loro posto.
Quando si dice il Destino, lui aveva subìto la vicinanza con il quintetto già durante la proiezione del filmato sui vichinghi e, mentre noi recuperavamo il disagio del freddo, della pioggia e del baccalà e yogurt a pranzo, pagato come caviale e champagne, ridendo e scherzando, lui si irritava e si rimpiccioliva con sguardo respingente per dimostrare che non stava con noi.
Verremo a sapere, quando il ghiaccio nordico che lo incrosta comincia a sciogliersi al caldo della nostra voglia di svagarci, che era molto seccato, che era convinto di avere la serata rovinata da quelle signore che applaudendo avrebbero senz’altro prodotto un clap clap troppo sonoro, mentre lui avrebbe congiunto i palmi senza audio e con movimenti regolari e distanziati come quelli delle salme” russe alla sfilata nella Piazza Rossa.
Lascia il teatro, infatti, senza neanche salutare le persone sedute accanto.
Lo incontriamo di nuovo la sera successiva. È sempre solo ed immusonito. Forse perché non ha trovato nessun posto libero fra quelli destinati ai privilegiati croceristi con molti punti sulla schedina.
Non ci sono più i croceristi di una volta!
Loredana, allegra e intraprendente, lo nota e decide di offrirgli un posto accanto a noi. E lui accetta!
Viene sottoposto a un garbato interrogatorio e le informazioni passano da una all’altra con un lieve girare di testa: sussurro /orecchio – sussurro/orecchio – sussurro/orecchio.
Dopo lo spettacolo resta a farsi compagnia con noi e scopriamo che era molto irritato dalla nostra allegria, che avevamo parlato troppo sul pullman, che avevamo disturbato durante la proiezione in inglese del documentario, che avevamo occupato dei posti riservati alle “perle” croceriste.
Che noi non siamo un gruppo silenzioso da pellegrinaggi lo ammettiamo, che Loredana facesse finta di tradurre dall’inglese inventandosi tutto con ironia durante il filmato non si può negare, che avesse fatto un salto sulla sedia quando finalmente, tra i maestri d’ascia rubizzi e panciuti, era apparso sullo schermo un vichingo biondo e ben fatto, facendoci sbellicare dalle risate, fu un valore aggiunto ad una gita costata tanto e riuscita davvero male.

Foto di gruppo nella scintillante nave da crociera. Da sinistra: l’autrice del post Adele Colacino, con le amiche Rosa, Loredana e Carmen in compagnia del solitario viaggiatore ribattezzato “il Bergamo”, rimasto a loro impigliato «come un coriandolo fra i capelli»
Il “Bergamo” s’infilò e rimase impigliato nel gruppetto delle calabresi come un coriandolo fra i capelli, in Norvegia si tornava a consolidare ogni differenza tra il nord ed il sud.
Viaggia da solo e solo si sente e noi lo adottiamo, seppur antipatico e rigido come un bancario in vacanza, decidiamo di circondarlo di risate ed ironia.
È sempre nel gruppo, piano piano si sbrina, è cortese e “fine”, invita Loredana a ballare, poi a cena, e lei chiede a noi il permesso di andare e noi lo studiamo bene come madri apprensive, e stabiliamo orari e condizioni e lui ancora non afferra completamente che ci stiamo divertendo come matte a fare che simmo do sud davanti a lui del profondo nord. E così, giocando un poco, lui s’innamora perdutamente di lei e lei di lui, e la Vita regala a due persone giunte nella terza età, un sentimento nuovo, forte, bellissimo.
Ci sentiamo tanto Fate Turchine intorno a questo timido sentimento che nasce con la nostra benedizione fra due adulti tornati ragazzi.
Il fondale del palcoscenico è la storia del principe delle nevi che non riesce a decidere chi prendere in sposa tra le sette sorelle che piangeranno in eterno lacrime di spuma nel fiordo e la voce tonante di Andrea Bocelli che strazia lo spazio con le sue note urlate al vento… con teeeee partiròòòòò ad ogni molo che lasciamo e Rosa corre sulla terrazza più alta per emozionarsi nel vento e nelle note.
E il ragazzo di Bergamo e la fanciulla della Calabria si amano ancora e per sempre.
«Scrivi divinamente, Adele», commenta Ida Monteleone nella pagina Facebook dell’Associazione Donne della realtà:
https://www.facebook.com/donnedellarealta2015/?hc_ref=ARSqwDm0oBCgcOzxqqiqYO7CuuRrcuxHOA-YLa6D3oXROYuTOdwSYWYcoEOyFBwzGhI&fref=nf
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Carissima Ida grazie. Ancora ti chiedo di sostenere il blog delle Donne della Realtà. Mi piacerebbe che tante donne calabresi fossero presenti con la loro attenzione ma anche con le loro riflessioni, il loro pensiero. Ti abbraccio. Adele
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Grazie, Adele!
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