di Carla Bielli
Tre bei romanzi: “Keyla la rossa”, “Middlesex”, “Sognando la luna”. Li elenco

La demografa Carla Bielli con il suo ebook reader con cui ha felicemente sostituito i libri di carta. Senese di origine, abita da molto tempo a Roma e anima, insieme con Maria Luisa Marolda, il gruppo “Il vizio di leggere”
in ordine alfabetico: è anche l’ordine nel quale li ho letti, senza soste, molto rapidamente, segno che li ho trovati avvincenti. Isaac Bashevis Singer, Jeffrey Eugenides, Michael Chabon, tre autori, il primo è un premio Nobel, gli altri due premi Pulitzer. Tutti e tre sono portatori di esperienze migratorie: Singer è un immigrato, Eugenides e Chabon sono figli e/o nipoti di immigrati. Nei tre romanzi vengono narrate storie di migrazioni; ecco il motivo per il quale, oltre all’intrinseco piacere della lettura, vi scopro una specie di “valore aggiunto”: un invito a riflettere su effetti e conseguenze delle esperienze migratorie, all’inizio del secolo scorso, da una parte nelle storie di vita dei personaggi (a loro volta migranti essi stessi, o nati da genitori migranti), dall’altra nella società americana.
Approdare negli States significava per molti, come per i migranti qui narrati, raggiungere un rifugio, scampare alla miseria nel migliore dei casi, molto spesso sopravvivere a una qualche forma di persecuzione.
Ma andiamo per ordine. Una breve presentazione di trame e personaggi, prima di tornare alle considerazioni accennate.
Keyla la rossa (Adelphi). Protagonista, fin dal titolo è una prostituta. Il clima narrativo è colorato e cupo nello stesso tempo. Prima Varsavia, ghetto ebraico, descritta con tinte e sapori dell’epoca, poi New York tra persone appena arrivate, idiomi originari e un inglese incomprensibile, povertà ma libertà.
A Keyla la Rossa nessuno resiste: né Yarme – un seducente avanzo di galera, col quale convive –, né il giovane e fervido Bunem – che pure era destinato a diventare rabbino come suo padre – col quale migrerà a New York, né Max, ambiguo sessualmente e deciso a formare un terzetto con Keyla e Yarme, allo scopo di aprire un bordello in Sudamerica. Si parla anche, infatti, della tratta, a opera di malavitosi ebrei, di ragazze giovanissime che dagli shtetl dell’Europa orientale venivano mandate a prostituirsi in Sudamerica. Ma Keyla vuole redimersi ed in questo Bunem intende aiutarla, i due sono presi da una passione travolgente. La loro partenza per l’America sarà clandestina, drammatica. Keyla fugge dal peccato e dai suoi sfruttatori, Bunem dalla polizia zarista che lo ha identificato come possibile anarchico.
Salvezza ma non fortuna per loro due, almeno non sul piano materiale. Ma a New York il mondo dell’ebraismo ashkenazita è in un declino rapido, mentre si affacciano i nuovi orizzonti di libertà e di opportunità.
Middlesex (Mondadori). Il romanzo inizia a Bitinio, un piccolo villaggio greco situato in Turchia, dove i fratelli Eleutherios, lui soprannominato “Lefty“, e lei Desdemona Stephanides, s’innamorano. I due scelgono di emigrare negli Stati Uniti d’America a causa della guerra del 1922 fra greci e turchi. Lasciandosi alle spalle il loro villaggio di origine, i due fratelli si sposano sulla nave che li porterà negli Stati Uniti, senza che le convenzioni sociali impongano loro alcun problema. Giunti in America vanno a vivere con la cugina Sourmelina e suo marito Jimmy Zizmo, un greco del Mar Nero, a Detroit. I due sposi/fratelli hanno un figlio, Milton, il quale sposerà la figlia di Sourmelina e Jimmy, Tessie. I due, che sono comunque imparentati strettamente fra loro, avranno due figli: “Chapter Eleven”, un ragazzo normale, mentre Calliope (detta Callie e successivamente Cal) è invece uno pseudoermafrodito, ma non lo scoprirà nessuno per molto tempo e perciò crescerà come una ragazza. A quattordici anni Callie si innamora della sua migliore amica e ha le sue prime esperienze sessuali con entrambi i sessi. Dopo un incidente, si scopre che Callie è uno pseudoermafrodito e viene accompagnata a New York nella clinica di un famoso specialista dove viene sottoposta ad una serie di esami. Il medico propone un trattamento chirurgico e farmacologico allo scopo di consolidare l’identità di genere femminile, ma Cal si ribella e fugge.

«Sono sempre libro-munita», dice di sé Carla Bielli che, con questo articolo, inizia la sua preziosa collaborazione con il nostro blog: benvenuta!
Un susseguirsi di avventure e colpi di scena nelle vicende di Cal e dei suoi familiari viene narrato con vivacità e humor, anche se avvengono fatti drammatici come la morte di Milton. Nel frattempo la polizia ritrova Cal, che viene rispedita a casa sotto la custodia del fratello, in tempo per i funerali del padre. In questa occasione la nonna Desdemona, la quale si è data malata per decenni dalla morte del marito-fratello, confessa alla nipote che lei e Lefty erano fratelli. Cal promette di mantenere il segreto, finché lei vivrà. A questo punto esiste un cospicuo patrimonio familiare che verrà dissipato da “Chapter Eleven”. Calliope – ormai Cal – inizia la sua vita come uomo trovando la propria dimensione e collocazione nel mondo, senza però perdere del tutto le tracce della sua precedente vita come ragazza.
Sognando la luna (Rizzoli). Una settimana al capezzale del nonno morente. Stordito e reso loquace dai farmaci, la memoria acuita dall’approssimarsi della fine, il vecchio racconta al nipote storie e segreti di un passato mai rivelato. L’infanzia da figlio di immigrati di lingua tedesca e yiddish, avventure da bambino povero, ma pieno di furore di apprendimento e di mettersi alla prova. Storie di guerra, di sesso, di razzi spaziali e dei progressi tecnologici dell’America degli anni Cinquanta. Incontro fortuito durante una festa ebraica con una donna. Colpo di fulmine e amore di tutta la vita. Lei cela un passato di dolore e persecuzioni che la faranno sprofondare lentamente nella follia. Sarà una moglie amatissima, una nonna divertente e tenera. Morirà prematuramente. Storie di un odio irriducibile per Wernher von Braun, reo d’aver progettato i missili V2 per scopi distruttivi, anziché per raggiungere la luna, segreta aspirazione del nonno, espressa nella realizzazione di navicelle spaziali e villaggetti lunari in perfetta miniaturizzazione. Un racconto-confessione in forma di memoir, intessuto del fascino di una vita da sognatore.
Sono storie che narrano di un difficile inserimento iniziale, di pittoresche vicende lavorative e creative, ma anche di successi materiali e professionali. Gli Stephanides e il nonno Chabon realizzano standard di vita più che accettabili, esercitando attività che oscillano spavaldamente al di là e al di qua del confine tra legalità e delinquenza, cambiando spesso interessi e occupazione, superarando crolli economici ed emotivi. Keyla e Bumen vivono profondamente immersi nel clima di cupio dissolvi del mondo ashkenazita, ma hanno messo in salvo incolumità e libertà e in ogni caso lo spicchio di vita narrata si ferma ad un periodo relativamente breve dopo l’arrivo.
Questi romanzi hanno rappresentato per me anche una testimonianza di come la società statunitense abbia potuto accumulare un grande patrimonio in termini di capitale umano e di come possa averlo impiegato come insieme di risorse economiche e culturali generatrici, a loro volta, di dinamismo e ricchezza. E allora non posso fare a meno di chiedermi per quali motivi gli immigrati fuggitivi da guerre, persecuzioni, miseria, in arrivo attualmente nella vecchia Europa debbano necessariamente essere considerati minacciosi, persone da confinare ed emarginare. E penso con tristezza allo spreco della ricchezza della quale sono portatori.