di Paola Ciccioli
«Penso lo sappiate tutti: allo Zecchino d’Oro gli interpreti sono importantissimi, ma a vincere è la canzone». Fra’ Giampaolo parla alla platea di 98 bambini (più relativi genitori e familiari) che dal 30 agosto a venerdì 1° settembre affrontano la giuria incaricata di scegliere a quali voci assegnare i 12 brani della sessantesima edizione del concorso canoro, orfano di Mago Zurlì.
All’Antoniano, e al solo nominare il teatro bolognese in testa si attiva in automatico il ricordo di Cino Tortorella scomparso lo scorso 23 marzo, è tutto un ripetere che è «un gioco» e che questo è un «non talent». Anche se, e le immagini che corrono sui social lo sottolineano, sarà ben difficile tenere a bada i sogni di gloria di grandi (soprattutto grandi) e piccini visto che quest’anno il direttore artistico dello Zecchino d’Oro è nientemeno che il Carlo Conti trionfatore al Festival di Sanremo e che alla gara di canzoni interpretate dai bambini Rai 1 ha riservato in Eurovisione le domeniche che vanno dal 19 novembre al 10 dicembre.
Riusciranno bambine e bambini a godersi con la necessaria incoscienza questa esperienza e a difendersi dalle ambizioni di madri, padri, nonni, zii, mentori vari e fratelli maggiori che, stando alla deriva di certe trasmissioni, son tutti lì a lacrimare in favore di telecamera, auspicando che i piccoli trascinino l’intera stirpe nella visibilità del successo? Lo speriamo.
E oggi facciamo un passo indietro, torniamo a tempi meno tecnologicamente invadenti e saturi: 1979, 22° Zecchino d’Oro. Vince la canzone “Un bambino”, scritta da Tony Martucci e Memo Remigi (sì, quello di “Innamorati a Milano”), cantata da Daniela Migliarini. «Volevo chiamarla “Una donna al mercato”, ma ho sbagliato titolo e questa è stata la fortuna di “Un bambino”», mi racconta Tony Martucci, lo stesso che ci ha fatto divertire da piccoli con “Il caffè della Peppina”. L’estate è torrida e la città spopolata ma lui, come se i suoi anni non fossero 90, ha deciso di trascorrere le vacanze «al fresco dell’aria condizionata» ed è lì, nell’ufficio delle Edizioni Curci in Galleria del Corso, a scrivere nuove canzoni, a smistare corrispondenza e chiamate, raggiungere vecchi amici al telefono, combinare incontri. E, ci tiene moltissimo, a organizzare per la primavera che verrà la 21° edizione del premio intitolato a Giovanni D’Anzi, il grande musicista che ha composto l’inno di Milano “Madônina” e una colonna sonora italiana lunga 1.200 melodie.
Noi ne parliamo in “Donne della realtà Giornale”. Anzi, la prima copia del nostro trimestrale cartaceo, legata da un fiocco rosso, l’abbiamo portata proprio a lui.
UN BAMBINO
(Tony Martucci – Memo Remigi)
La Madonna è andata al mercato, ha lasciato Gesù addormentato,
L’ha lasciato all’Angelo rosa che pensa sempre ad ogni cosa.
Tutto a un tratto si sveglia il bambino, grida… forse gli cresce un dentino…
L’Angelo rosa non sa cosa fare e gli altri Angeli manda a chiamare.
Pronto, prontissimo l’Angelo lilla, gli dà una tazza di camomilla,
L’Angelo verde tace e riflette: «Forse le fasce sono un po’ strette…»
Di corsa arriva poi l’Angelo d’oro, prova a cantare con tutti un bel coro,
Ma il bimbo strilla a perdifiato … la Madonna è sempre al mercato.
L’Angelo bianco con l’altoparlante va in giro e informa ogni passante,
L’Angelo giallo gli fa le smorfiette, ma il bimbo piange… e non la smette…
L’Angelo azzurro gli suona il violino, l’Angelo blu gli massaggia il pancino,
Ma il bimbo piange, è disperato … la Madonna è sempre al mercato.
Torna la Mamma, lo guarda ed esclama: «Il mio bambino ha solo un po’ fame!»
Volano gli Angeli, vanno al mercato, ma quando tornano è già addormentato…
Son tutti uguali i bambini del mondo frignano, strillano, gridano, piangono,
Cadono, s’alzano, ricadono giù anche se il bimbo si chiama Gesù…!
La – la la la la La – la la la la
La – la la la la La – la la la la…
Fra i genitori i nonni ed i mentori mettiamoci pure i fratelli che chiamano Carlo Conti a fare il direttore artistico di una gara fra bambini che non competono, ma cantano e sarà un motivetto a vincere.
A Sanremo non vale lo stesso?
Una bella scuola di ipocrisia per i bambini. A scuola si viene promossi a seconda della materia studiata o della fine dicitura?
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Erano i fraticelli 😉
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