di Carlangelo Mauro*

«Al mondo si scopre solo quello che ci portiamo dentro». (Franco Fontana) foto © Franco Fontana http://www.luganophotodays.com http://www.festivaletteraturadiviaggio.it/
l’850 fiat di colore marrone
sull’autostrada le fioriere
così vicine agli occhi
da chiedere io
un soldo di cacio
di farti scendere dal volante
affidarci alle mani
di papà più sicuro
giovane allora e sorridente
che non c’era la morte
* Tratta da Il giardino e i passi di Carlangelo Mauro (Archinto, 2012). «Poeta colto e raffinato», come perfettamente lo definisce Maurizio Cucchi nella prefazione, Carlangelo Mauro ha raccontato a Paola Ciccioli la genesi di questa sua poesia: «nasce da un ricordo d’infanzia, ero un bambino ed ero in autostrada con mia madre e mio padre. Guidava mia madre che non era molto pratica pur avendo la patente (infatti successivamente non ha guidato più), fece un sorpasso, mi sembra che arrivò a 120 e si strinse troppo sulla corsia di sinistra dove le barriere divisorie delle corsie erano pieni di fioriere: gerani. Credo di non averle più viste da quella volta. Urlai e dissi a mia madre di scendere ché non sapeva guidare, e mio padre assunse la guida della macchina. Ruoli ben definiti, sicurezza di mio padre, mia madre insicura in tutto. Fiori come immagine di bellezza contrapposta alla morte che non aveva toccato ancora la mia famiglia. Mia madre poi l’ho persa dopo 5 anni post-ictus in un modo che mi ha segnato. Mio padre, quando ho scritto, non era più quello di un tempo ma un vecchio pieno di fragilità… Insomma un flash del “tempo peduto” e “ritrovato” in una frammento rimosso per anni».
Grazie di cuore Paola, anni ne fa ne parlammo e adesso è una vera sorpresa leggere il testo cui non pensavo da tempo e queste tue accuratissime, sensibilissime righe: in questo momento che leggo mi rinvengono alla mente tanti ricordi e tante sofferenze, quelle di ognuno nel vivere i rapporti primari con padre e madre che ci segnano per tutta la vita, nel bene e nel male.
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