Una nidiata particolare

di Anna Caltagirone Antinori

Vogliamo essere vicini alle Marche e alla forza dimostrata dai marchigiani in questi mesi molto difficili. Il nuovo racconto della “maestra Antinori” ce ne dà l’occasione e ci permette di tornare ad immergerci – anche soltanto con il pensiero – nei fruscii e nei profumi di quella che è oggi la Riserva naturale dell’Abbadia di Fiastra, tra Tolentino e Urbisaglia.

Bambini giocano e imparano a empatizzare con gli animali che popolano la bellissima riserva naturale che circonda l’Abbazia cistercense, non lontano da Macerata. Proprio nell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra iniziano il 7 dicembre le visite guidate in rima al monastero nell’ambito del Gran Tour Cultura 2017 (http://www.agenparl.com/grand-tour-cultura-2017-viaggio-tra-musei-archivi-e-biblioteche-delle-marche-8-dicembre-2017-18-febbraio-2017/)

Era di maggio, il tempo della fienagione. Mio marito insegnava nella scuola di Villamagna, immersa nel verde della tenuta Bandini. Una mattina, si presentò a scuola un genitore con in mano un cappello pieno di uova e raccontò che mentre tagliava il foraggio, a pochi passi da lui, una fagianetta aveva spiccato il volo. Guardando tra l’erba aveva trovato la covata di uova che stavano per schiudersi. Nel campo fienato la fagiana non sarebbe più tornata e la nidiata avrebbe fatto una brutta fine. Il contadino impegnato nei lavori dei campi non aveva il tempo di occuparsene. Fernando, che amava molto gli animali, promise di provvedere lui.

Portò a casa le uova e subito ci mettemmo in cerca di una chioccia, in prestito. La trovammo facilmente perché in quel periodo molte galline covavano. Mettemmo le uova in una cesta con la paglia e per fortuna la gallina si accovacciò subito.

Pochi giorni dopo le uova cominciarono a schiudersi e la cesta si riempì di sommessi pigolii.

Che festa in casa! I bambini erano affascinati dall’evento. Chiedemmo informazioni su come custodire i fagianetti e ci mettemmo all’opera. Io preparavo il pastoncino con uova sode, gusci pestati ed erbette fresche. Che appetito avevano i pulcini!

Mangiavano e crescevano. Dapprima li mettemmo in una gabbia per conigli, mentre Fernando, ingegnoso com’era, costruiva per loro una voliera.

La nidiata cresceva a vista d’occhio e quando la voliera fu pronta li mettemmo per terra a razzolare. Una mia dirimpettaia che si chiamava Elena, aveva due sorelle che abitavano all’Abbadia di Fiastra e conoscevano la “fagianara”, cioè una donna che custodiva le nidiate della Riserva Bandini.

Chi poteva consigliarmi meglio di lei?  Seppi che per far crescere meglio i fagianetti dovevo procurare loro le uova delle formiche. Con Elena, un giorno ci armammo di vanga, pala e un sacco e con la macchina andammo nel bosco un cerca di formicai. Quanti ce n’erano! Con la vanga giravo intorno al formicaio e con la pala prendevo l’intera zolla piena di ovetti bianchi e la mettevo nel sacco. Fatta una buona provvista, tornammo a casa. Chiamai i bambini per farli assistere alla scena. Entrai nella voliera e posai a terra due zolle di terra con le uova di formica. I fagianetti impazzivano  dalla voglia di beccare e poi a gozzo pieno si accovacciavano al sole soddisfatti.

Ben custoditi, presto diventarono fagiani; i maschi avevano un bellissimo piumaggio iridescente e le femmine, più piccoline, avevano le piume color nocciola. Era un piacere vederli.

Diventati grandi non era più il caso di tenerli in gabbia: il fagiano è un animale selvatico e come tale deve vivere libero nella natura. Fernando li regalò alla Riserva per il ripopolamento.

Ci dispiacque non vederli più, ma era giusto così!

AGGIORNATO L’1 DICEMBRE 2017

One thought on “Una nidiata particolare

  1. Commento da Facebook di Luigi Fabbroni: «Della tenuta Bandini me ne parlava spesso mio padre che la conosceva benissimo, per me oggi rappresenta il ricordo di un bambino che ascoltava delle storie bellissime, e nella mia mente non ha mai cambiato nome rimanendo sempre la tenuta Bandini».

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