di Antonella Anghinoni*

“Sarah, La principessa” di Antonella Anghinoni, illustrazioni di Alessandra Mantovani (Paoline Editoriale Libri)
La sua famiglia viveva serena nel paese di Ebron a Sud di Gerusalemme, alle Querce di Mamre. In una mattina assolata e afosa, mentre Abraham si trovava seduto davanti alla tenda, gli sembrò di scorgere lontano la figura di tre uomini che si stavano avvicinando. Era circa mezzogiorno e il sole era alto nel cielo e con il suo calore bruciava gli occhi, tanto che Abraham se li strofinò meglio per capire se quegli uomini fossero reali o si trattasse di un’allucinazione.
Si trattava proprio di tre stranieri, i loro abiti erano diversi da quelli degli ebrei. Erano quasi giunti alla tenda. Abraham andò loro incontro e s’inginocchiò invitandoli a entrare.
– Permettete che vi faccia portare dell’acqua fresca, così potete lavarvi i piedi.
Era infatti un’usanza ebraica far lavare i piedi all’ospite, giunto dopo un lungo cammino.
– Accomodatevi pure sotto l’albero, vicino alla mia tenda. Vi farò preparare del pane per ristorarvi e poi potrete proseguire il vostro viaggio.
In realtà i tre stranieri erano tre angeli, ma Abraham lo ignorava.
Egli corse da Sarah e disse:
– Presto, prendi del fior di farina, impastala e prepara delle focacce per i tre ospiti.
Sarah era davvero una cuoca eccellente. Ne avrebbe preparato per una capacità di quaranta litri, segno di un’ospitalità generosa come la generosità sovrabbondante di Dio.
Oltre alle focacce speciali, Abraham fece preparare un tenero vitello scelto dalla mandria e, mentre il servo cucinava la carne, mise davanti ai tre ospiti latte, yogurt acido e formaggio di capra. Abraham stette in piedi accanto all’albero, osservando gli ospiti mangiare seduti comodamente. Finito il pranzo questi chiesero ad Abraham:
– Dov’è tua moglie Sarah?
Abraham rispose:
– È nella tenda.
E il Signore che parlò per mezzo di loro disse ad Abraham:
– Tornerò da te fra un anno a questa data, e allora Sarah, tua moglie, avrà un figlio.
Sarà era uscita dalla tenda e, senza farsi scorgere, si era avvicinata incuriosita.
All’udire quelle parole, Sarah rise, chiedendosi in cuor suo come potesse una donna vecchia come lei generare un figlio. Ma l’angelo disse ad Abraham:
– Perché Sarah ride? C’è forse qualcosa d’impossibile per il Signore? Quando il sole avrà raggiunto il segno che ora traccio sul recinto di pietra, tornerò da te e Sarah avrà un figlio.
Il riso di Sarah si raggelò e, presa da paura, arrossì in volto e mentendo esclamò:
– Non ho riso!
Ma l’angelo replicò:
– Sì, hai proprio riso.
Sarah rientrò nella tenda felice, perché il Signore le aveva rivolto la sua parola: che dono straordinario!
Il più bel regalo che Dio avesse potuto fare alla sua famiglia. Gli angeli con il loro annuncio le avevano depositato in grembo un seme di vita, capace di trasformare il suo corpo di donna in madre. Abraham salutò i tre stranieri e li accompagnò lungo la via che conduceva verso la città di Sodoma situata nella valle a Sud del Mar Morto.
*Il miracolo della maternità in “Sarah, La principessa” di Antonella Anghinoni, illustrato da Alessandra Mantovani (Paoline Editoriale Libri, 2011). La collana dedicata ai bambini sulle donne della Bibba si apre appunto con «Sarah, la sposa di Abramo, prima matriarca della storia della salvezza».
Un grazie di cuore a Giusy Carrara, responsabile della Libreria Paoline di Milano.