Storia di Ettore e Rita, i fratellini che vogliono strade intitolate alle donne

di Maria Grazia Anatra e Viola Gesmundo*

La copertina di “Una strada per Rita” (Matilda Editrice, 2017) http://www.matildaeditrice.it/libri/una-strada-rita

Rita è un tipo davvero SPECIALE… va in terza elementare ed è la prima della classe, si è già guadagnata un sacco di caramelle morbidone: le ha vinte nella gara di calcolo aritmetico, però è da un pezzo che non ne fanno più di gare in classe, perché vinceva sempre lei! Ma anche a scrivere e a parlare se la cava molto bene…

Dovevate sentirla quella volta che, con un bel discorso sulle strade e di fronte a tutti quanti, ha quasi convinto il Signor Sindaco, che l’ha presa davvero sul serio!

Se la ricordano tutti! Tanto che poi il Sindaco in persona ha fatto una cosa… mai vista prima!

Insomma è meglio che racconti tutto da principio.

Quel giorno ero andato a prenderla a scuola e, appena uscita, ha cominciato a tirarmi per la mia felpa nuova, urlando come fossi sordo:

«Costruiremo una città come la vogliamo noi, bambine e bambini. E sai dove? Sulla parete del salone».

«Che cosa?» domando io che non ci ho capito niente.

«Sì la maestra ci ha spiegato tutto: oggi dobbiamo fare un bel giro in centro e ognuno di noi deve osservare quello che non va nella nostra città, e poi raccontarlo al capo del Comune che si chiama SINDACO, in modo che lui intervenga perché la nostra città diventi sempre più bella.

Io per esempio devo occuparmi delle strade, delle piazze, dei viali, dei vicoli… Hai capito?» fa Rita tutto d’un fiato.

«E come ci arrivi in città?» domando io.

Mezz’ora dopo con due panini e una lattina di aranciata nello zaino siamo partiti in bicicletta io e Rita, lei sulla canna e io che pedalo all’impazzata.

Arrivati finalmente in centro Rita è scesa, ha tirato fuori dallo zaino il suo blocco a quadretti con il naso all’insù per vedere le targhe delle strade e all’ingiù per scovare le buche, cartacce e rifiuti. Così abbiamo iniziato a scrivere un lungo elenco delle cose che non vanno in città, in fatto di strade, piazze, vicoli e viali alberati.

«Ma com’è che si dà il nome a una strada, lo sai?» mi fa Rita con la sua aria furbetta.

Senza battere ciglio, ci penso un po’ su e le rispondo con un tono importante:

«Ogni strada ha un suo nome, come succede per il titolo di un libro, solo che per i nomi delle strade si scelgono uomini importanti che hanno fatto delle grandi cose, degne di essere ricordate. Lo vedi?»

E mi metto a leggere l’elenco dei nomi che Rita ha riportato sul suo blocco: Via Amerigo Vespucci, Via George Washington, Via Martin Luther King, Viale Kennedy, Piazza Cristoforo Colombo e così via.

Rita mi sta ad ascoltare e non perde una sola parola, poi rimane zitta per un po’ e continua ad annotare uno dopo l’altro i diversi nomi di uomini importantissimi: scienziati ed esploratori, musicisti e politici. Poi all’improvviso mi fa con quella faccia da… pesce che ha lei in certe occasioni…

«Ma perché non c’è nemmeno una targa con un nome di donna, nessuna ha compiuto cose belle da ricordare?»

*I protagonisti principali della storia sono Ettore, voce narrante, la sorellina Rita, il gatto Polonio e la nonna Lea. Esplorano la città e si accorgono che le strade portano soltanto (o quasi) nomi di uomini. La docente Maria Grazia Anatra e l’illustratrice Viola Gesmundo firmano il primo libro per bambine, bambini e adulti inconsapevoli “dell’evidente squilibro” sottolineato in Italia, con efficacia, dall’Associazione Toponomastica femminile.

(Paola Ciccioli)

2 thoughts on “Storia di Ettore e Rita, i fratellini che vogliono strade intitolate alle donne

  1. Volevo segnalare che a Sassari, constatata la scarsa presenza delle donne nella toponomastica delle città e dei comuni italiani (< 5%), situazione che riflette la posizione marginale della donna nella Società, si è costituito su face book un gruppo denominato “Donne in Carrelas” (Donne nelle starde), il cui scopo è:
    – Sollecitare le Amministrazioni al Dovere della Memoria, promuovendo quella Visibilità alle Donne che finora è mancata nella toponomastica della propria Città.
    – Contribuire al riequilibrio Culturale e Storico del ruolo della Donna nella Società.
    – Restituire il Diritto alla memoria delle Donne come passo indispensabile per una società equilibrata, capace di gestire i conflitti, equa.
    Ogni membro del gruppo può proporre il nome di una donna locale, nazionale o internazionale che debba essere ricordata dedicandole una via, una Piazza, una Rotonda.
    Oltre al nome deve motivarne la scelta e produrre una breve biografia

    Piace a 1 persona

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