a cura di Innocenza Indelicato*
Per anni nella Repubblica Democratica del Congo si è combattuta una sanguinosa guerra tra l’esercito congolese e numerosi gruppi armati che volevano controllare territori ricchissimi non solo di acqua e foreste, ma soprattutto di minerali preziosi come l’oro e i diamanti.
Moltissimi sono stati i bambini e le bambine soldato arruolati nei vari eserciti. Nel 2003, in seguito a un accordo, i gruppi armati accettarono di liberare i bambini e le bambine che combattevano per loro.
Molti progetti furono programmati per aiutarli a ritornare in famiglia, riprendere la scuola o trovare un lavoro. Ma non per tutti fu così. In una regione a nord del Paese si continuò a combattere e molti bambini che erano stati smobilitati furono nuovamente prelevati con violenza dalle loro famiglie e riportati negli eserciti. Altri ragazzi dovettero lasciare le loro case e i loro familiari per timore di essere portati via dai soldati e cercarono rifugio in città.
Anche a Izaak successe questo; disse a un rappresentante di Amnesty International: “Non voglio più combattere; mi piacerebbe allevare le capre, ma non posso rientrare a casa mia; sono sicuro che uomini armati mi verrebbero nuovamente a riprendere…”
Patrick invece, che aveva combattuto per tre anni da quando ne aveva 12, ed era stato liberato, vide arrivare i soldati a casa sua. “Hanno accusato mio padre di tenere in casa un disertore e l’hanno fatto cadere a terra, poi hanno cominciato a picchiarmi. Mi hanno legato e condotto al loro campo; mi hanno talmente fatto paura che li ho pregati di prendermi con loro.”
Nelle guerre di vari Stati del mondo ci sono ancora tanti piccoli soldati e tante piccole soldatesse; trasportano munizioni, servono i soldati adulti, sanno utilizzare le armi, uccidono e vengono uccisi. Non possono studiare né giocare: imparano solo la ragione della violenza.
*«Continuano purtroppo a giungere notizie di scontri violenti e brutali nella regione del Kasai Centrale della Repubblica Democratica del Congo. Sento forte il dolore per le vittime, specialmente per tanti bambini strappati alle famiglie e alla scuola per essere usati come soldati». Così il 19 febbraio Papa Francesco a proposito della tragedia dei bambini soldato che il mondo vuole continuare a ignorare.
Il brano che ho trascritto qui è tratto da “il Quadernone 3” (Notes Edizioni, 2010), un agile manuale che Amnesty International ha pensato per gli scolari delle ultime classi della scuola primaria. Leggendo, guardando le immagini, rispondendo alle domande dei questionari e colorando le cartine geografiche, i nostri figli e nipoti entrano in contatto con i loro coetanei costretti a crescere (e qualche volta a morire) troppo in fretta.
“il Quadernone 3”, che ho in casa da tanto tempo, è curato da Innocenza Indelicato. Ai testi hanno collaborato Maria Teresa De Riz e Renata Toninato, le illustrazioni sono di Laura Giorgi.