«Volevo sognare. E ho sfidato la sofferenza con lo studio»

di Rosa Di Paolo

Rosa Di Paolo

Rosa Di Paolo

Non avrei mai pensato di raccontare la mia storia.

Oggi è successo e, allora, eccomi qua. Spero di non essere banale con la storia della mia vita.

Cominciamo con le presentazioni. Mi chiamo Rosa, abito in un paesino della Basilicata posto sulle dolci colline che guardano alla silenziosa Murgia, in provincia di Potenza.

Una famiglia molto unita, la mia. Mio marito, una persona intelligente e speciale e due figli meravigliosi.

Lavoro all’Agenzia entrate, ufficio nel quale non si entra volentieri; lo percepisco dall’umore dei contribuenti che arrivano sempre molto tesi.

La mia vita tranquilla, normale, è cambiata in seguito a un evento terribile e lacerante che ha segnato una linea di confine tra quella che era la mia vita precedente e quella che vivo adesso.

Si tratta della perdita di mio figlio.

Aveva undici anni quando non è più tornato a casa in seguito a un banale intervento di appendicite.

Ho un’altra figlia che è il mio (il nostro) angelo meraviglioso.

Dopo questo terribile evento, la vita mi sembrava non avesse più senso, mi sentivo svuotata, annientata fisicamente e mentalmente, così ho deciso di accettare una sfida che io stessa mi sono posta. La sfida quotidiana di tutte le donne che devono districarsi tra i mille impegni della loro giornata, in bilico tra gli affetti più cari e gli impegni lavorativi, per dominare i miei pensieri.

Bertrand_Russell_(c._April_1940)

Bertrand Arthur William Russell, filosofo e logico inglese (Trelleck, Galles, 1872 – Pernhyndeudraeth, Galles, 1970).

“Concentrazione e forza mentale sono le guardie al confine tra la sconfitta e la vittoria”.

Questa frase di Bertrand Russell risuonava sempre più ricorrente nella mia mente.

Mi sono chiesta, quale fosse il tassello che avrei voluto completasse la mia vita e che, per motivi vari, non ero riuscita a porre.

Intanto, la sofferenza dei momenti più duri rimaneva la compagna segreta della mia esistenza e io volevo sfidarla. Dovevo tirar fuori il coraggio. Così mi sono iscritta all’Università. Ero fortemente motivata e determinata.

Ho deciso di scegliere questo “sport”. Volevo sognare. Lo studio, infatti, è stato per me magia, sudore, emozione, vittoria, una continua sfida con sé stessi finalizzata a migliorare i propri limiti e spostarli più in su, proprio come l’asticella di un saltatore.

Ho scelto la Facoltà di giurisprudenza, perché me ne sono sentita attratta da sempre. Perché credo nella legge, nella giustizia. Inoltre, lavorando all’Agenzia entrate ho potuto constatare quanto il lavoro del magistrato e quello del funzionario dell’Agenzia avessero tanto in comune e non fossero due mondi lontani.

L’avventura è stata molto bella. Proverò a raccontarvela. Trovarsi tra i banchi di scuola da adulti, suscita un’emozione molto forte! Ed è quello che ho provato per l’intero percorso. Ho conosciuto tante persone che resteranno ormai nella mia memoria insieme ai giorni fantastici che ho vissuto!

Di ogni esame ho un ricordo indelebile. Il primo è stato quello di “Storia del Diritto romano”, che ha suscitato in me un senso di ammirazione profondo per questa civiltà. Il Diritto romano è, e rimarrà, un monumento alla capacità della mente di inquadrare i comportamenti sociali dell’uomo in schemi razionali. Tredici secoli di dominazione hanno lasciato il segno, per sempre, in tutti i settori, hanno gettato le basi per qualsiasi creazione. Ricordo un avvenimento umoristico, collegato a un appello. Dovevo partecipare a un matrimonio e proprio quel giorno dovevo sostenere l’esame. Non potevo presentarmi davanti alla Commissione col vestito che avrei dovuto indossare alla cerimonia.

Sicché, sostenuto l’esame – “Istituzioni del Diritto romano” – (superato ottimamente con 30 e lode) mi sono ritrovata all’autogrill a rivestirmi in maniera elegante tra lo stupore di chi mi aveva vista entrare coi jeans e uscire agghindata! Mi sembrava la trama di un film di Verdone… E che dire di Diritto privato, Diritto penale, Ecclesiastico, le “procedure,” Diritto dell’Unione Europea, Internazionale, Tributari, ecc. Ognuno ha lasciato traccia nel mio cuore. Sarà difficile dimenticare…

Amiche dottoresse. Rosa Di Paolo il giorno della sua laurea con Rosalba Griesi, anche lei (come ha raccontato sul nostro blog) laureata nel cuore della maturità

Amiche dottoresse. Rosa Di Paolo il giorno della sua laurea con Rosalba Griesi, anche lei (come ha raccontato sul nostro blog) laureata nel cuore della maturità

Intanto, gli anni passavano sulle pagine dei libri, tra giorni di studio “matto e disperatissimo” prima degli esami e una gioia immensa nel momento in cui superavo l’esame. Con mio grande stupore mi avvicinavo al traguardo con la consapevolezza di essere sempre più protagonista e di realizzare un sogno! La mia audacia volgeva al termine. Infatti, il 5 novembre 2014 ho concluso il percorso universitario. La mia gioia è stata immensa quando sono stata proclamata dottoressa in legge.

Riflettendo a distanza di un po’ di tempo, posso dire che la mia è stata un’esperienza assolutamente positiva, fantastica, appagante, mi ha permesso di conoscere tante persone, di vivere un’esperienza che ha arricchito il mio bagaglio umano e professionale e di immagazzinare tanti ricordi stupendi.

È stata “un’emozione per sempre”, così come dice una nota canzone di Eros Ramazzotti.

Se tornassi indietro, la rifarei!

10 thoughts on “«Volevo sognare. E ho sfidato la sofferenza con lo studio»

  1. Buongiorno, Rosa. Ti sono vicino (permettimi il tu) emotivamente e spiritualmente; insomma, conosco la situazione. Trovare la forza è complicato, a volte è anche questione di fortuna. Hai fatto un percorso straordinario, aiutata anche dalla famiglia, brava. Tengo per me la frase di B. Russell e ti ringrazio, augurandoti ogni bene, per il post.

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    • Ciao Luca ti ringrazio per il tuo elogio. Se ho raggiunto questo piccolo grande traguardo lo devo alla mia famiglia che mi è stata molto vicina, a mio marito-una persona speciale che ha creduto in me, e a mia figlia che mi ha supportata in tutto. Spero che tu possa avere tanta forza per accettare questo dolore… ricorda le parole di Sant’Agostino che diceva: le persone che amiamo e che non sono più con noi, non sono più dov’erano, ma sono dovunque noi siamo…

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  2. decisamente commovente il tuo racconto, Rosa. A volte bisogna essere un po’ come Mida, riuscire a trasformare in oro quello che lo è lontano anni luce, trasformare in forza ed energia uno dei momenti di maggiore impoverimento della nostra vita! Complimenti! e in bocca al lupo per il tuo futuro da giurista….

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  3. Ciao Alba, ti ringrazio per le tue parole gentili. Credimi non sarei arrivata alla meta se la mia famiglia non mi fosse stata vicina. Quando ho iniziato scorgevo solo le cime della montagna non i confini…perciò la prima a rimanere sbalordita sono stata proprio io! Ancora grazie, grazie, grazie….per il tuo commento positivo.

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  4. Ciao Rosa, sono Angela Palumbo. Conoscevo, in parte, la tua triste storia, capisco quanto possa essere difficile viverla quotidianamente. Ma sono molto contenta x la scelta che hai fatto x non farti annientare dalla sofferenza, certo non cancella, sicuramente aiuta, Rosa ti faccio le mie congratulazioni, un grande abbraccio.

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    • Angela non posso fare a meno di essere grata a tutti coloro che hanno condiviso questa mia scelta.
      Certo, questa mia esperienza non cancella quanto è successo, perché c’è ancora tanta ribellione in me! Spero -col tempo- di riuscire a trovare un po’ di serenità.
      So che questo dolore mi accompagnerà per tutto il resto della mia vita, ma mi ha insegnato a combattere…

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  5. Ciao Rosa, congratulazioni!
    La vita ti ha messo di fronte alle difficoltà più alte che esistano, e tu le hai superate!! Che dire?? Una bella prova della vita che va così per chi ci crede. Io rimasi orfano di madre all’età di 13 anni , a 40 anni mi sono separato, ho una bella figliola e l’anno scorso mi sono diplomato. Prossimo passo voleva essere l’università che grazie al tuo racconto mi convince sempre di più
    Un abbraccio
    Alessandro

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  6. Perdere un figlio lacera il tempo in pezzi che non possono essere riaccostati. Ci sarà sempre un prima ed un dopo. Credo che un impegno forte e faticoso come quello di rimettersi a studiare da adulti possa riempire il buco con un velo che permette di continuare a respirare.
    Grazie per averlo raccontato.

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