di Roberta Valtorta

Samantha Cristoforetti (Milano, 26 aprile 1977) http://www.asi.it/it/flash/abitare/samantha_cristoforetti
Si tratta probabilmente della Preghiera più “popolare” pubblicata da Camillo Langone: passando dal sito ufficiale de Il Foglio si leggono 154 commenti (mai successo per nessun altro pezzo della sua rubrica), circa 17.000 condivisioni tramite Facebook, 240 retweet su Twitter e 115 condivisioni su Google+. Riesce a essere al contempo la più popolare e la più infelice (e in quanto a tristezza ce ne vuole per battere le tante uscite del giornalista de Il Foglio!).
L’arcaico Langone-pensiero questa volta colpisce Samantha Cristoforetti che, per i pochi che non lo sapessero, è pilota dell’Aeronautica militare con grado di capitano, settimo italiano nonché prima donna nello spazio. Il Lagone-pensiero è sempre quello che, parafrasando la Preghiera, recita più o meno così: perché la prima donna italiana astronauta dovrebbe essere considerata un valido esempio da seguire se decide di andarsene lontana dal suo uomo e, quindi, di non sfornare figli flagellando così la ripresa del Paese? E soprattutto, perché mai considerare una donna come un essere umano pensante quando può più facilmente essere vista come un utero con due gambe? Questo in quattro righe il contenuto di una delle Preghiere più deprimenti e più discusse (per fortuna!) de Il Foglio.
Dal sito ufficiale del quotidiano i feedback non si fanno attendere e fra i molti insulti emergono anche i (tristi) commenti di sostegno.
Per i non milanesi, l’espressione Ofelè fa el to mesté, letteralmente tradotta come “Pasticciere, fai il tuo mestiere”, è un modo di dire che viene rivolto a chi si improvvisa esperto e cerca di fare ciò che non è esattamente in grado di svolgere. Ha connotazione dispregiativa per sottolineare che è meglio che ciascuno si occupi delle cose di cui è realmente competente (la donna, ovviamente, non può che dedicarsi ai figli, suo unico e naturale mestiere).
Le condivisioni sono tante: ai numeri sopra riportati si aggiungono quelli raccolti dalle pagine Facebook e Twitter del quotidiano i cui amministratori, non contenti della diffusione virale già notevole, hanno pensato di pubblicare la Preghiera ben due volte in poco meno di 24 ore.
Dal profilo Twitter, il quotidiano riesce a raccogliere una decina di retweet e la classificazione del tweet fra i preferiti da parte di diversi utenti. La vera soddisfazione de Il Foglio, però, arriva da Facebook dove, con la prima pubblicazione del pezzo, si raccolgono 90 “Mi piace” e, misti ai numerosi insulti per l’autore, anche diversi commenti di sostegno.
Coerentemente con il detto “Chi si somiglia si piglia”, ai commenti di sostegno langoniano si affiancano, sia su Facebook che su Twitter, quelli di attacco a Samantha Cristoforetti che, non potendo di fatto posare su basi intellettualmente solide, finiscono per cadere nella stupidità più subdola e degradante.
Su Facebook, la seconda pubblicazione del pezzo racimola altri 27 “Mi piace” e fra le numerose condivisioni (in totale circa 70), sebbene la maggior parte sia finalizzata alla critica, è possibile trovare anche “riflessioni” che fanno riferimento al terribile femminismo-tiranno, come se fosse fantascientifico pensare di essere donna e di poter scegliere cosa fare della propria vita al pari di un uomo.
Più penso a ciò che mi è capitato di leggere fra le Preghiere de Il Foglio e più mi convinco che la politica intrapresa dal quotidiano sia solo di quantità: l’importante sono le condivisioni, le visualizzazioni e il numero di commenti. Che importa se a giornale “giovane” corrisponde contenuto arcaico, medievale, sessista e misogino? Nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli e purtroppo ogni volta ci casco anch’io!
Ciao Roberta,
Io mi ritengo femminista (anche se odio questo termine, tutto quello che finisce in -ismo mi suona molto prepotente), ma soprattutto sono per la libertà di scelta. Se una donna ritiene soddisfacente sposarsi a 18 anni, fare figli e crescerli, ben venga, tutta la mia stima. Uguale stima per le donne astronauta.
Quello che mi scadalizza e che mi lascia sempre a bocca aperta è tutta questa voglia di “mettere ordine” nel mondo, dichiarando a gran voce “chi” deve fare “cosa” senza mezzi termini.
La vogliamo smettere di chiuderci nelle scatole e di guardare la pagliuzza nell’occhio del vicino, cercando di concentrarci un pochino di più su noi stessi?
Una domanda alla ricercatrice: per pura curiosità intellettuale, quanti dei commenti sono stati scritti da donne? (sempre che tu possa dirlo!)
Grazie comunque per gli spunti sempre interessanti!
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Grazie mille, Monica!
Mentre leggevo i commenti, era venuta anche a me la curiosità di sapere quanti fossero scritti da donne e quanti da uomini: fra quelli che ho riportato, uno solo è di una donna.
La stessa curiosità mi era venuta guardando i “Like” su Facebook e avevo contato che su un totale di circa 130 “Mi piace”, 30 erano da parte di donne. In generale pochi, ma comunque troppi.
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Ecco, questa è la cosa davvero deprimente. Una donna che critica un’altra donna per le sue scelte fuori dagli stereotipi di un tempo -fortunatamente-passato.
Mi è capitato giusto ieri di essere definita “una bella ragazza, complimenti” mentre ero al lavoro (e no, non faccio la modella) da un uomo. La cosa purtroppo (e sottolineo purtroppo) non mi stupisce, non ci faccio più nemmeno caso: per le ragazze è normale che venga notata la fisicità e non la capacità, retaggio di una società in cui è concesso commentare l’aspetto delle donne (ad un collega uomo sarebbe mai successo?). Quando però sono le stesse donne che fomentano questo maschilismo, questa figura di una donna che deve appire bella, e poi essere madre e moglie, perchè “questo è il suo mestiere” mi sento molto triste e scoraggiata.
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Sono d’accordo con te.
Il fatto è che, secondo me, si tratta proprio di una questione culturale. È un po’ come “un cane che si morde la coda”: nel momento in cui c’è del sessismo ostile verso le donne condiviso dagli uomini (come quello di Langone), allora aumenta anche la probabilità che il mondo femminile (per fortuna non tutto!) manifesti, a sua volta, altri atteggiamenti sessisti. È verosimile pensare a donne che, in tale situazione, attuino comportamenti difensivi finalizzati alla ricerca di protezione e ammirazione da parte degli uomini. Della serie, “più mi attacchi e più, per difendermi, anziché risponderti a tono, mi comporto in modo da assecondarti così da ottenere la tua ammirazione. E, come se non bastasse, spingo anche le altre donne a fare lo stesso”.
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una bella donna non è tale per “far contento l’uomo”, è tale perchè lo è punto come un bell’uomo, del resto, la bellezza esiste. Piacere a se stessi e al prossimo è importante per uomini e donne. Poi capisco che in taluni contesti certi complimenti suonino inopportuni
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Sì, Roberta. Ho visto che anche su Facebook si chiedevano se tra i supporter di cotanto illuminato pensiero ci sono anche delle donne. Cosa ci dici? Grazie ancora, P
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Purtroppo sì, qualche donna c’è.
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Langone è un cretino e chi gli da’ ragione è peggio di lui. Punto
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Assolutamente sì, anche se purtroppo a dargli ragione ho trovato più gente di quanta me ne aspettassi.
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http://www.fisac-cgil.it/37630/donne-il-calendario-fisac-8-marzo-2015
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