di Chiara Pergamo
Qualche giorno fa, Paola mi ha chiesto: «Ti andrebbe di scrivere un articolo su Suor Cristina?». Ovviamente si parla della concorrente rivelazione di questa edizione di The Voice of Italy: purtroppo, non seguendo il programma, le mie conoscenze su di lei si limitavano al “sentito dire” o poco più, quindi sono andata sul web a documentarmi. Ma lo sapevate che esiste il boylesque? È tipo il burlesque, ma fatto da uomini, quindi vedi questi ragazzotti ricoperti di piume di pavone e brillantini che ballano canzoni di Lady Gaga: il perché di questo cortocircuito informativo si capirà alla fine dell’articolo, ma per rimettere insieme bene i pezzi è necessario raccontare una storia partendo dall’inizio, un po’ in stile Quarto Grado, il programma di Rete 4.
Dobbiamo andare in Sicilia, tornare a qualche anno fa: incontriamo Cristina, un’adolescente che coltiva il sogno di diventare cantante e pensa di meritarsi un’occasione. Partecipa, dunque, alle selezioni per Amici di Maria De Filippi, ma forse è ancora un po’ insicura e acerba e viene scartata; tempo dopo, ritenta con i provini per X Factor, ma anche qui nulla di fatto. Nel frattempo, però, la sua vita subisce uno scossone: la ragazza entra nell’ordine delle Orsoline, diventando Suor Cristina, ma senza perdere la passione per il canto. Decide di partecipare alle selezioni per The Voice of Italy e finalmente stavolta ce la fa: passata la prima scrematura, approda alle cosiddette Blind Auditions.
Il meccanismo del programma è semplice: i quattro giurati (Piero Pelù, Raffaella Carrà, J-Ax e Noemi), voltando le spalle al palco, ascoltano l’esibizione del concorrente che si presenta e, se viene ritenuto convincente, il giurato o i giurati a cui è piaciuto si voltano e gli chiedono di entrare nella squadra da loro capitanata. Ora, siccome non seguo il programma, non avevo visto la Blind Audition di Suor Cristina, ma so benissimo che è quella che le ha regalato la notorietà mondiale (e non è un’esagerazione, l’hanno davvero vista in tutto il globo) al punto da farle meritare un plauso addirittura da Alicia Keys, l’artista di cui ha interpretato il brano No one.
Sono andata a vedermi questo benedetto video su YouTube – da notare che questa azione era già stata compiuta oltre 46 milione di volte nel mondo da quando il video è online – e ne sono rimasta un po’ infastidita: come ho detto, il meccanismo del programma è semplice perché se il concorrente piace, il giudice si gira, se non convince, non si gira, finita lì. L’esibizione di Suor Cristina inizia e già poco dopo il pubblico rumoreggia in modo incontenibile: J-Ax si dimostra colpito da questa follia collettiva e, dopo uno sguardo di intesa con Noemi, si gira e lei fa altrettanto. Realizzando che la ragazza sul palco è una suora, il rapper incita gli altri due: «Girati! Girati!». Il giorno successivo si commenterà che «tutti e 4 i giudici si sono girati davanti al talento di Suor Cristina!». E grazie tante, aggiungerei io.
Congeliamo un attimo la scena e torniamo allo scenario da cui siamo partiti: siamo negli stessi anni, ma lasciamo la Sicilia per volare fino in Austria. Incontriamo Thomas, anche lui giovanissimo e anche lui col sogno di diventare un cantante affermato: tenta la strada dei talent, lui però con successo, forma anche una band, ma ben presto capisce che così non va. Come Cristina, anche lui subisce una sorta di conversione: sceglie di cambiare, diventa una drag-queen e da quel giorno nasce Conchita Wurst, ragazza elegantissima e con un trucco da diva, ma con una barbaccia nera alla Navy Seal (no dai, non esageriamo, un po’ meno). Conchita ha una voce delicata, le sue performance esaltano le sue doti, tanto da regalarle un buon seguito di pubblico: a rappresentare l’Austria all’Eurovision Song Contest 2014 viene chiamata proprio lei – che volontariamente definisco al femminile perché questo continuo lui-barra-lei diventerebbe un inferno – che con la sua Rise like a phoenix ottiene il primo posto.
Dunque siamo di fronte a due storie simili: Conchita e Suor Cristina sono coetanee, hanno sviluppato una passione per la musica sin da giovanissime e grazie a essa hanno ottenuto una grande visibilità, che ha attirato su di loro curiosità e favore, ma anche commenti velenosi. In particolare mi sto riferendo ad alcune considerazioni che sono state fatte sulle due da un’altra signora della musica, Emma Marrone: all’Eurofestival quest’anno era in gara anche lei, ma purtroppo è rimasta confinata nelle posizioni più basse della classifica. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair poco prima dell’inizio della manifestazione, Emma ha dichiarato che Conchita senza barba non avrebbe avuto alcuna chance di vittoria, mentre lei era sicura che l’Italia meritasse il trionfo e che era lì per «espandere il suo Sacro Marrone Impero»( si chiama davvero così la compagine dei suoi fans, il mio sopracciglio ha un crampo per il disappunto): per farlo, si è presentata con una mise che la poneva a metà tra i Cavalieri dello Zodiaco e i Ferrero Rocher, ma quando una è imperatrice deve farlo sapere in giro!
Dopo il suo piazzamento deludente, Emma ha dovuto spiegare ai giornali che le critiche piovute su di lei l’avevano fatta molto risentire, soprattutto quelle verso il suo look: tutti ad accanirsi contro di lei che, siccome durante l’esibizione si è scatenata un po’ troppo, ha mostrato le mutande all’Europa e nessuno che alza un dito, anzi applaude, davanti a una suora che va a un talent show e fa un selfie con una banana (il riferimento era alla campagna in sostegno al calciatore Dani Alves contro il razzismo, che ha riempito il web di foto di gente con le banane). La notorietà di Suor Cristina sarebbe, secondo Emma, «un insulto a quelli che come me sono nello showbiz: in Tv ci vai per avere successo, altrimenti se hai un dono prendi i bambini dalla strada e ci fai un coro».
Insomma, e la donna con la barba no, e la suora canterina no, ma davvero sono così sbagliate? Il dubbio che ha avuto Emma è condiviso da molti: se Cristina non fosse una suora e Thomas non fosse una drag-queen, sarebbero dove sono ora? I giudici di The Voice e dell’Eurofestival sono davvero dei boccaloni che vedendole battono le mani come le foche davanti al secchio con le trote? Ad essere sinceri, me li vedo a Rai 2 che stappano Moët & Chandon dopo ogni esibizione di Suor Cristina perché lo sanno che con lei la curva dell’Auditel sale, lo sanno che la novella Sister Act tira, ma forse c’è di più.
Cristina e Thomas sono due persone che hanno scelto di cambiare la propria vita in un modo che va al di là di ciò che sono sul palco, un modo che rispecchiasse di più la loro interiorità: è vero, sono diventate delle personagge (il femminile è voluto), ma Suor Cristina sarà una suora anche alla fine di The Voice of Italy e Conchita di rado smette i suoi panni per tornare a essere un uomo e, non a caso, è fidanzata con un ragazzo, ballerino di boylesque – ecco spiegato il cortocircuito – quindi abituato agli uomini col mascara.
Il giudizio sulle doti canore di Suor Cristina e di Conchita – e anche di Emma, va’ – lo lascio a chi di dovere, ma su ciò che rappresentano a livello televisivo mi sento di potermi esprimere: da sempre chi è insolito e fuori dal comune attira la curiosità, ma se questo può aiutare ad avvicinarsi a ciò che non si conosce, ad alzare la soglia di tolleranza verso chi è generalmente bersagliato in società per le sue scelte di vita poco condivise (le suore e le drag-queen hanno fatto una scelta molto diversa tra loro, lo so) allora forse vale la pena di correre il rischio, con buona pace dei cantanti talentuosi penalizzati perché banalmente normali.
Chiuderei citando proprio No one, il brano di Alicia Keys, che tradotto dice più o meno: «La gente continua a parlare/possono dire ciò che vogliono/ma tutto ciò che so/è che ogni cosa andrà bene». Lunga vita alle suore che cantano, alle donne con la barba e al Sacro Marrone Impero!
* Sono di Chiara anche il titolo e la ricerca delle immagini.
Aggiungerei una cosa alla bella riflessione di Chiara: c’è da chiedersi se Emma Marrone sia diventata popolare per la sua voce o perché ha fatto parte di un programma la cui conduttrice ha potere nello showbiz.
Quindi: chi di arma ferisce … almeno accetti di giocare. Se qualquosa/qualcuno le ha dato una spinta, scegliendola tra tanti perché prodotto probabilmente talentuoso, ma anche di marketing, lasci che le stesse regole valgano anche quando avvantaggiano gli altri. Una suora che canta come una rockettara fino adesso si era vista solo al cinema.
Per il momento non mi sembra che attraverso Suor Cristina qualcuno stia spacciando conversioni o inviti a prendere i voti.
Semmai è il contrario: è il momento che una società e una chiesa ottusa, alla Giovanardi (che tra l’altro di notte, da ragazzo, con il suo gemello andava per le strade a rumoreggiare travestito da donna, per tornare ad essere poi come una repressa drag queen alla luce del giorno) si converta alla tolleranza. Anzi meglio ancora, come direbbero Gandhi e i buddisti, alla compassione. Che in parole povere significa la capacità di sentire gli altri, il loro dolore, le loro sofferenze e la loro gioia. Anche quando cantano una musica che a noi non piace. Emma Marrone… un po’ di modestia e auto critica non guasta mai, anche a chi è abituato/a ad arrivare 1.
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Grazie per l’interessante spunto di riflessione, è un’altra prospettiva da cui guardare le cose!
Chiara Pergamo
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Confesso: ieri sera ho visto “The voice of Italy” dall’inizio alla fine. Dunque incluso il Padre nostro imposto da suor Cristina agli astanti… Bah…
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