Ornella, la ricercatrice che si è reinventata con la street art

di Alba L’Astorina

Zilda, "Eva", Napoli 2014

Zilda, Eva, Napoli 2014

«Ci sono cose che avvengono per strada, che sono impresse sui muri delle città, scalfite nelle pietre delle vie che attraversiamo. Ci sono cose che, a volte, è possibile definire street art, perché hanno un valore estetico e un’impronta creativa, trasmettono emozioni e comunicano percorsi interiori, e, soprattutto, sono esposte al pubblico, per strada.» Sono queste testimonianze di street art che Ornella Massa raccoglie e racconta da alcuni anni nel suo blog, Non copritemi di bugie – intorno all’arte di strada, scoperto curiosando per le strade della rete alla ricerca di nuove forme espressive.

«Quella di scrivere sui muri è un’arte molto vecchia», scrive Ornella nel suo blog, «risponde alla necessità dell’uomo di lasciare una traccia. A Pompei ci sono decine di scritte sui muri. Sono scritte di ogni tipo: private: Secondo saluta la sua Prima dovunque si trovi, Ti chiedo, o signora, di amarmi, o consigli per le elezioni politiche, o ancora, informazioni private rese di dominio pubblico del tipo: Romula, cum suo hic fellat et ubique (e ho detto tutto, come avrebbe detto Totò) o anche semplici notazioni del tipo: Hic cacavi et non extersi. Un problema che in fondo affligge ancor oggi le nostre città. Ora invece», continua Ornella, «non scrivono solo alcuni, ma tutti sembrano travolti da una necessità di comunicazione che investe vari livelli e che ci investe a volte con prepotenza: comunicazioni intime, comunicazioni di servizio, messaggi politici, sembrano tutti pervasi da un’ansia di scrivere, da una necessità che si afferma con prepotenza». E prepotente deve essere stata anche la necessità che ha spinto lei a raccontare, attraverso i suoi commenti alle immagini raccolte osservando pareti e muri di Roma, Napoli, Firenze, Pisa, le sue peregrinazioni attraverso queste città.

Zilda, "Annunciazione", Napoli 2014

Zilda, Annunciazione, Napoli 2014

Ho conosciuto Ornella diversi anni fa a Milano, dove ci eravamo entrambe trasferite da Napoli per lavoro, con i nostri piccoli figli. Per caso ci eravamo incontrate nella stessa scuola materna che avevamo scelto per loro, scoprendo di aver lavorato per anni nel medesimo istituto di ricerca senza esserci però mai frequentate. Domenico, mio figlio, e Maria del Mar, sua figlia, invece, si erano scelti in classe spontaneamente, senza che noi decidessimo alcunché. Sono stati compagni d’infanzia inseparabili fino alla partenza di madre e figlia per Roma. Una delle prime dolorose separazioni a cui mi sono dovuta abituare da quando vivo a Milano.

Credo di non aver mai conosciuto una persona eclettica e versatile come lei; tante persone lo sono, per indole, per necessità e per scelta; Ornella lo è per tutte queste ragioni. Ricercatrice in ambito biomedico, per anni collaboratrice nei più importanti Centri di ricerca ospedaliera, come il Cardarelli di Napoli, il San Raffaele di Milano e il Bambino Gesù di Roma, le sue peregrinazioni in giro per le più grandi città italiane hanno seguito i tempi dei contratti di lavoro che le venivano di volta in volta offerti. E quando, dopo un dottorato di ricerca e numerose pubblicazioni internazionali, i fondi per la ricerca del suo gruppo hanno cominciato a scarseggiare, non si è persa d’animo e ha reinventato la sua vita, intraprendendo nuovi percorsi.(i)

Zilda, "La Notte", Napoli 2014

Zilda, La Notte, Napoli 2014

Da quando la conosco, però, Ornella ha sempre coltivato la passione per l’arte e per la comunicazione sociale, al punto da decidere di acquisire una serie di certificazioni che le consentono di lavorare oggi anche in altri settori, dall’insegnamento della lingua italiana per stranieri, alle visite guidate tra storia e architettura di luoghi artistici e siti archeologici. Recentemente, proprio a Roma, realizza percorsi interdisciplinari tra storia e arte e di urban trekking per conto di alcune associazioni culturali.

Eppure nel suo blog Ornella non si definisce una writer, né un’artista, né tanto meno una critica d’arte. Si presenta come una donna che da sempre osserva la realtà che la circonda, spesso con un occhio dietro la macchina fotografica, che l’aiuta a imprimere meglio nella memoria i suoi scatti. La incuriosiscono i cambiamenti del paesaggio urbano che tendiamo a considerare immutabile e che invece subisce continue trasformazioni in un processo che non è mai indolore. «Trasformare la città non è mai operazione banale», scrive Ornella, «lo si fa sempre sulla testa di qualcuno o di qualcosa o creando ingiustizie, scontento. »

Zilda, "La Sirena", Napoli 2014

Zilda, La Sirena, Napoli 2014

Napoli, nostra città di origine, si distingue in questo panorama, non solo per i luoghi, ma anche per la forza dei sentimenti che abitano la gente che la popola. «Sentimenti estremi, di amore e di odio, di sacralità e di carnalità, una passionalità che spinge a tratti a parlare ad alta voce e in maniera concitata dando l’impressione che si sia sempre sull’orlo dello scatenarsi di un alterco. E penso allora che è proprio per questo che solo a Napoli può esistere un cimitero come quello delle Fontanelle. Un luogo che ospita migliaia di scheletri che la volontà popolare e una pietas antica vuole adottati perché almeno nella morte non si sia abbandonati a se stessi».

A Napoli Ornella è colpita dai dipinti fatti da Zilda, l’artista francese, soprannominato il Banksy di Rennes, che dipinge figure ben riconoscibili dal tratto rinascimentale in giro per la città. I personaggi napoletani di Zilda sono per lo più donne, che sintetizzano i contrasti, le contraddizioni e il sublime che caratterizza questa città. In uno dei post di Ornella, il cui titolo parafrasa quanto John Turturro dice quasi all’inizio del film Passione: “Ci sono posti in cui vai una volta sola e basta. E poi c’è Napoli! “(ii). La blogger ne passa in rassegna alcuni. «Così camminando per le vie del centro antico ci si imbatte in angeli maestosi che riempiono e illuminano angoli bui, anche della nostra coscienza, Annunciazioni dall’impostazione classica con la Madonna che ascolta compunta ciò che l’Arcangelo ha da dirle. Ma a Napoli l’Arcangelo non può sottrarsi all’ironia, altro sentimento che pervade la città e che a volte è sua unica salvezza, così il suo dito indice certamente non indica colui che lo manda quale messaggero, ma soprattutto indica alla Madonna quale sarà il suo destino: cambiare di colore all’abito, divenire per sempre immobile e diafana in un gesto che la farà una vergine senza salvezza. E qui come sottrarsi all’associazione con il bel libro della Michela Murgia Ave Mary sulla figura della donna che nei secoli la chiesa cattolica ha piegato alle sue esigenze di dottrina?». Hanno il sapore della testimonianza le suggestioni raccolte da Ornella in giro per le strade, se si considera che le opere di Zilda vengono spesso rimosse dopo poco la loro affissione in prossimità di luoghi sacri, perché considerate dissacranti o piuttosto molto preziose, al punto da poter essere poi rivendute a prezzi esorbitanti …

Zilda. "Eva" (particolare), Napoli 2014

Zilda, Eva (particolare), Napoli 2014

Se avete voglia di seguire i racconti visionari di Ornella, e di avere un’altra lettura di città come Napoli, Roma, Pisa, visitate il suo blog: http://sweetartonstreet.wordpress.com. Se, invece, volete ascoltarli direttamente dalla sua voce, consultate i calendari delle associazioni per le quali organizza interessanti visite guidate: Cammino mediterraneo e Roma e Lazio per te, o contattatela direttamente all’indirizzo o.massa@virgilio.it. Se, infine, volete vedere le foto scattate per strada, date un’occhiata al suo archivio: http://www.flickr.com/photos/spalluzza/.

(i) il tema delle donne che si sono reinventate, delle dolorose separazioni da Milano, e di chi fugge e di chi resta mi è molto caro: su questo stesso blog: https://donnedellarealta.wordpress.com/2013/07/18/ricomincio-da-me-stessa, https://donnedellarealta.wordpress.com/2014/03/27/la-napoli-geniale-di-chi-fugge-e-di-chi-resta/

(ii) http://sweetartonstreet.wordpress.com/2014/02/05/ci-sono-posti-in-cui-vai-una-volta-sola-e-basta-e-poi-ce-napoli

 

6 thoughts on “Ornella, la ricercatrice che si è reinventata con la street art

  1. grazie a voi, sono contenta, anche per me è stata una ri-scoperta. Ho deciso di mandarla a tutti i miei colleghi ricercatori, per far capire che non sempre si riesce ad andare fino in fondo al percorso, ma sempre si deve aver la forza di trasformare in una esperienza positiva in una opportunità anche un momento di crisi …..

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  2. cara Spalluzza, grazie per la condivisione, la “pubblicità” non è né nel nostro stile di blog, né nella sostanza dei nostri articoli. Credo sia importante invece, far circolare le storie di chi “non si arrende alla precarietà”, non solo quella materiale ma anche quella legata alla propria identità, e costituisce un esempio “edificante” di essere donne in questi nostri giorni. Che poi tra queste storie ci sia la nostra, o quella di persone che conosciamo bene, come è il caso di molti miei post, dà solo più qualità all’informazione, è testimonianza diretta. Perciò, condividete gente, condividete attraverso tutti i canali che avete!!!

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