di Mariagrazia Sinibaldi
Dondolava camminando appoggiata a una carrozzina per disabili vuota, quella grossa donna vestita di nero.
I suoi erano vestiti rimediati, si vedeva. La testa fasciata in uno sciatto fazzoletto nero. E il viso… il viso era grosso, coi lineamenti sfatti per l’incuria.
È salita sulla metropolitana… e i passeggeri immediatamente hanno distolto lo sguardo: certamente hanno immaginato un lungo piagnucoloso racconto. Ma la grossa donna nera con la carrozzina per disabili vuota, non ha detto una parola. È scesa e dondolando e con molta dignità si è avviata per guadagnare l’uscita.
La metropolitana è ripartita.
L’ho rivista qualche giorno dopo, la grossa donna vestita di nero: camminava lungo il marciapiede e dondolando spingeva la carrozzina che “conteneva” un tronco d’uomo… un uomo senza gambe.
Si sono fermati qualche secondo e lui sorridendo le ha preso la grossa pesante borsa.
La metropolitana è ripartita.
Da Mariagrazia, tramite messaggio FB: «Cara Paola, ti ringrazio per aver pubblicato questo mio brevissimo scritto che dimostra che esistono nel privato persone eccezionali… (ringraziamo Dio) e
che (sempre ringraziando Dio) il senso dell’umanità esiste ancora. E che, malgrado tutto il maleodorante lerciume nel quale siamo immersi, esistono ancora “cose buone”. Certo che questo piccolo episodio qualcuno penserà che l’ho tirato fuori da qualche sdolcinato libro ottocentesco tipo “Cuore”. Ma non è così.
Del resto mia madre mi proibì di leggerlo, quel terribile libro, «perché – diceva – c’è sempre tempo per piangere». Quanta saggezza! I buoni sentimenti li ho respirati dentro casa… grazie a Dio!
Ti abbraccio con tutto il cuore con la speranza di incontrarti».
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(y)
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