Liberamente tratto dal romanzo Spedizione al Baobab della scrittrice sudafricana Wilma Stockenström, approda dal 16 aprile al Piccolo Teatro Studio, Memorie di una schiava, regia di Gigi Di Luca. Protagonista una splendida Pamela Villoresi che racconta la storia di una donna senza nome e della sua lotta per conquistare libertà e dignità.
Nel suo percorso poetico e sofferto, l’eroina del racconto trova accoglienza e rifugio nel tronco cavo di un baobab: “Conosco l’interno del mio albero come un cieco casa sua, come si può conoscere qualcosa che è nostro soltanto e come invece non ho mai conosciuto le capanne e le stanze in cui mi veniva ordinato di dormire” dice nel suo appassionato flusso di coscienza. Descrive a un tempo volti e azioni dei padroni che le hanno inflitto ogni sorta di umiliazione e traccia una linea che, idealmente, unisce il suo destino di schiava a quello di tante donne sottoposte ad un’altrettanto degradante schiavitù contemporanea: nigeriane, ghanesi, senegalesi, albanesi, donne ancor oggi calpestate e offese in un mondo che si vanta, solo a parole, di avere annientato la schiavitù.
La prova d’attrice di Pamela Villoresi si intreccia alle musiche eseguite da vivo dal “griot” africano Baba Sissoko, in uno spettacolo in cui la regia di Di Luca fonde parola, azione, musica, immagini per invitarci a guardare orrori che credevamo appartenere alla storia ma che sono purtroppo drammaticamente presenti.