
Marina Cvetaeva
Inizia domani 10 aprile a Monza, al Liceo Zucchi (piazza Trento, ore 15,30), un ciclo di lezioni dedicate da Alessandro Quasimodo alla poesia russa del Novecento. I primi due appuntamenti vedono co-protagoniste due grandi della poesia universale: Marina Cvetaeva e, mercoledì prossimo, Anna Achmàtova.
Di seguito il programma completo:
10 aprile: Come è penoso andare tra la gente… Aleksandr Blok (1880-1921)
Il tuo nome è una rondine nella mano… Marina Cvetaeva (1892-1941)
17 aprile: “Ma lì, dove s’inventano i sogni… Anna Achmàtova (1889-1966)
Boris Pasternak (1890-1960)
24 aprile: A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio… Vladimir Majakovskij (1893-1930)
Osip Mandel’stam (1891-1938)
15 maggio: Non ho rimpianti, né parole, né lacrime… Sergej Esenin (1895-1025)
Ieri sera, per preparami alla lezione di Alessandro, ho iniziato a leggere la nota introduttiva di Pietro A. Zveteremich all’edizione 1994 di Feltrinelli delle Poesie di Marina I. Cvetaeva. Dove vengono riportate alcune citazioni dell’Autobiografia e nuovi versi di Boris Pasternak (1958). Che della poetessa russa dice: «Nella vita e nell’arte la Cvetaeva aspirò sempre, impetuosamente, avidamente, quasi rapacemente, alla finezza e alla perfezione: e, nell’inseguirle, si spinse molto in avanti, sorpassò tutti… Oltre al poco che ci è noto, essa ha scritto una quantità di cose che da noi sono ancora sconosciute: opere immense, tempestose…». (Paola Ciccioli)