
Virginia Raffaele nell’imitazione di Nicole Minetti
di Daniela Natale
I Parah-culi, come sono stati definiti dal popolo del web, non riescono proprio a metterci una pezza. Lo strappo tra l’azienda e il suo pubblico, attuale e potenziale, è stato causato dalla prorompente consigliera lombarda (nonché igienista dentale, soubrette e modella) Nicole Minetti. Scelta dalla nota azienda di moda come punta di diamante della propria sfilata, ha attirato su di sé gli occhi e le critiche del grande pubblico, generando un effetto popolarità del marchio che si è rivelato in poco tempo dannatamente controproducente. È chiaro che, alla vigilia del défilé, il risultato desiderato dall’azienda era ben diverso da quello ottenuto. La pagina Facebook Parah presentava, in data 19 settembre 2012, un post (per la verità ambiguo e imbarazzante) che avrebbe dovuto creare la giusta suspance intorno all’evento, un contenuto ancora oggi pubblico sul profilo dell’azienda, che cercava di spiegare la motivazione della scelta della consigliera come testimonial. Invece il fiasco è stato totale. Un danno di immagine ancora non calcolabile che vede la rete come ring dove, a colpi di commenti, satira e frecciatine, si disputa uno degli incontri più violenti degli ultimi anni. Di più: è in atto un vero e proprio boicottaggio del marchio, sui social network e sui blog. L’amministratore delegato di Parah, Gregori Piazzalunga, ha rilasciato per radio le sue dichiarazioni sull’accaduto, affrettandosi a smentire il mega ingaggio della Minetti (non 110.000 euro come scritto e detto da giornali e tv, ma 5.000 euro lordi) e, soprattutto, sbandierando l’impegno immediato nell’individuare una nuova testimonial. Ma niente sembra far chetare le acque. Anzi, la stessa Minetti, con le sue affermazioni e ospitate televisive, non fa che gettare benzina sul fuoco, peggiorando di fatto la posizione dell’azienda. L’aggravante dell’intera vicenda è data dal periodo storico che stiamo vivendo, in cui donne e madri non sanno a che santo votarsi per sfamare i propri figli, pagare le bollette, guardarsi allo specchio e sentirsi ancora vive, nonostante le sfide della vita che quotidianamente si presentano. La figura di Nicole Minetti è offensiva per la dignità delle donne, perché è l’esempio della corruzione e della vergogna: non perché a 27 anni sfila seminuda o si fa paparazzare con Fabrizio Corona, ma per le modalità con cui è arrivata a ricoprire un ruolo fondamentale in politica, per la poca considerazione che ha dimostrato verso il genere femminile e per la finta ottusità che ostenta nel corso delle interviste che, in qualche modo, offende la nostra intelligenza. E tutte le caratteristiche della consigliera sono ben interpretate dall’attrice Virginia Raffaele che, da qualche domenica, ne riferisce una divertentissima imitazione nella trasmissione “Quelli che…” in onda su Raidue. Come resistere alle telefonate con le varie “amiche chips”? O, ancora meglio, alle effusioni telefoniche con il celeberrimo “boss of the boss”, che ormai tutti conosciamo? Per non parlare dell’esasperazione dei vari gesti che caratterizzano la Minetti: il mettere in mostra il lato B (ma anche il lato A), la ricerca continua dell’obiettivo dei fotografi, il modo di fare da ragazza “fashion” che la contraddistingue. Ma dopo tutto viene più facile imitare una persona che è già personaggio creato ad arte, tra il vero e il falso la somiglianza è sbalorditiva. Davvero uno spettacolo da non perdere che però, con tutto il cuore, non vorremmo riguardasse una donna che ci rappresenta nel resto del Paese e anche all’estero.
forse anche alla Parah ,che ho sempre ammirato per la bellezza e la qualità dei suoi costumi ,indipendentemente dalle testimonial, sono arrivati i manager rampanti e senza visione della realtà. La definizione usata per fare satira sulla questione è fantastica, ma i “paraculi” prima o poi mostrano il loro lato debole …
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A me proprio non convince il fatto che un marchio del genere abbia scelto una testimonial simile. Più ci penso e meno mi convince. La giudiziarista che e’ in me vuole approfondire.
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