Da una mamma al suo “poeta del Cielo”

di Lisa Baligioni

Lunedì 6 ottobre 2008 Lorenzo, il mio unico figlio, diciassettenne, poneva fine tragicamente alla sua breve esistenza fatta di speranze e inquietudini, gioie e tormenti. Lorenzo era stato un bambino molto precoce, dotato di un’intelligenza, di una maturità e di una sensibilità fuori del comune, giudizio questo espresso da tutte le persone che stabilivano un contatto con lui, e non solamente da me in quanto madre. La sua fine, voluta e desiderata in quanto coronamento di una sua incapacità – per troppa maturità – a inserirsi serenamente nell’ambiente in cui viveva e soprattutto a difficoltà di dialogo con i suoi coetanei, ha segnato anche la mia fine.

Lorenzo era stato largamente desiderato da mio marito e da me, sposati in età forse non più giovanissima e con il fortissimo desiderio di avere un figlio. Bambino dotato di fervida e ironica intelligenza, incantava sempre tutti con le sue arguzie e la sua mente magicamente dotata di capacità difficilmente riscontrabili nei suoi coetanei. Questo è quanto di lui abbiamo brevemente scritto mio marito e io a corredo del Bando del Premio Letterario di cui parlerò fra breve:

Lorenzo Cresti è nato nel 1991. Ci ha lasciati nel 2008, all’età di diciassette anni e mezzo, mentre stava frequentando la II classe del Liceo Classico. La sua breve esistenza si è svolta interamente a Firenze.

Lorenzo ha avuto una precoce passione per la scrittura e la lettura, la musica e il cinema. Ci ha lasciato vari scritti: storie, sceneggiature di film, qualche poesia, tante riflessioni su ciò che leggeva e ascoltava, ed un diario, scritto negli anni del Ginnasio. Nelle letture, un gran desiderio di trovare risposte alle sue inquietudini: la filosofia (Nietzsche, Heidegger), la psicanalisi (Freud, Jung), la narrativa (Mann, Proust), e poi la grande passione per la poesia (Quasimodo, Montale, Ungaretti).

La musica che lui ascoltava – e che anche riproduceva al pianoforte – spaziava dalla musica classica e lirica (Mozart, Mahler, Wagner) alla musica leggera contemporanea. Il cinema, forse il suo maggiore interesse, comprendeva il cinema classico (Lang, Visconti, Fellini, Wilder: Viale del tramonto, la sua grande passione) e quello più recente (Lynch e Kubrick: soprattutto, di quest’ultimo, Barry Lindon).

Un’infanzia felice, un’adolescenza inquieta, con momenti di gioia alternati a momenti di grande sconforto. Una grandissima sensibilità e tante forti emozioni: sentimenti da cui è scaturito il misterioso percorso che l’ha portato a concludere tragicamente la sua vita.”

Lorenzo sul suo comodino ha lasciato pile di libri fra i quali vi era, in cima, il volume dell’opera omnia di Salvatore Quasimodo: ho scorso per ore ed ore le pagine, fitte di sottolineature e di annotazioni, e ho trovato, fra di esse, particolarmente consumata e sottolineata, la poesia che ha al suo interno i versi: “Dolore di cose che ignoro mi nasce”. Questa era per me l’essenza di Lorenzo, e questi versi sono stati trascritti, per mia volontà, sul suo necrologio.

Della sua fine, così misteriosa ed enigmatica, della maniera in cui essa è avvenuta, io non ho mai avuto remore a parlarne, mentre magari taluno si potrebbe nascondere, per pudore, dietro menzogne: anche per me l’esistenza è una lotta continua fra le angosce che popolano i miei sogni a occhi aperti, io stessa ho vissuto un’adolescenza inquieta e sofferta.

Dopo, senza di lui, ho trascorso e sto trascorrendo un periodo difficilissimo: la perdita di un figlio, dell’unico figlio, è un dolore lancinante che toglie il respiro alle parole e non fa più trovare alcuna motivazione nel vivere.

Ancora adesso non trovo risposta alle mie domande e mi chiedo continuamente che senso abbia continuare a vivere senza più accanto il frutto della propria vita. Per trovare pace alla mia incapacità di essere riuscita a mantenere in vita il mio ragazzo, ho lungamente pensato con mio marito su quali iniziative intraprendere per mantenere vivo il suo nome e far conoscere agli altri le sue eccezionali doti.

Per questo motivo nel 2011 ho istituito il “Premio letterario di poesia in memoria di Lorenzo Cresti”: brancolavo nel buio, avevo pochi mezzi su cui basare la diffusione di questo Concorso, ma ci sono riuscita, grazie anche al valido aiuto e sostegno di Alessandro Quasimodo, figlio del grande Maestro, con cui – con insperata fortuna – sono riuscita a incrociare il mio cammino.

Avevo ferma nella mente la convinzione che questo Concorso dovesse rivolgersi principalmente ai giovani studenti che vivevano le stesse emozioni ed angosce di mio figlio Lorenzo, per cui ho istituito una sezione dedicata a loro, alle loro “inquietudini e speranze” (così infatti recita il tema della sezione); nel mio piccolo e con pochi mezzi a disposizione, mi sono indirizzata, con ricerche che hanno occupato giornate e nottate intere, a indirizzi email di scuole di cui trovavo menzione su Internet.

Il Concorso ha riscosso un successo incredibile, con larga eco sulla stampa: i giovani si sono presentati a schiere, elaborando con carta e penna tutti i loro disagi e le loro ansie,

Alla fine del 2011 con mio marito, con amici e parenti è stata creata l’Associazione culturale La montagna incantata (associazionemontagnaincantata@gmail.com), in memoria di Lorenzo e con il compito di promuovere attività culturali rivolgendosi in particolare ai giovani.

Quest’anno ho intrapreso la seconda edizione del Concorso, con la solida ed equilibrata guida di Alessandro Quasimodo (presidente della Giuria) e qualificati membri del giornalismo e del mondo letterario e culturale che ci affiancano. Ho avuto la fortuna di disporre dell’indirizzario completo delle 2126 scuole secondarie di secondo grado esistenti in Italia, a cui ho inviato email; al tempo stesso mi sono avvalsa di tutti i siti nel campo dei concorsi letterari presenti su internet.

Le domande di partecipazione sono state centinaia, con un totale di 736 poesie pervenutemi. E centinaia sono stati i ragazzi che mi hanno reso partecipe dei loro turbamenti, delle loro emozioni, delle loro difficoltà: con molti di questi ragazzi ho iniziato ad avere un rapporto privato, personale, grazie anche a un gruppo in memoria di Lorenzo che ho allestito sul social network Facebook. Ho preso coscienza che questi ragazzi mi cercano, mi mandano messaggi di affetto e di solidarietà, mi dicono di essere stati colpiti dalla storia di Lorenzo rendendomi al tempo stesso partecipe di tutte le loro inquietudini e gioie; mi sono resa conto insomma di avere aperto un varco fra loro e me, fra le loro e le mie angosce, fra le loro e le mie emozioni: tutto ciò mi sta dando una forte spinta a desiderare ancora di vivere, con la speranza che parole scritte su carta a un’estranea (e che poi diventerà magari amica) aiutino a liberare un ragazzo dal dolore di vivere che lo attanaglia, con la speranza di riportare in vita mio figlio che purtroppo non vive più.

Domenica 28 ottobre 2012, alle ore 16, si terrà la Premiazione del Concorso, presso il Salone dei Dugento in Palazzo Vecchio, a Firenze. La meravigliosa voce di Alessandro Quasimodo darà libero sfogo a tutto quanto i partecipanti (e in particolare i ragazzi) hanno voluto esprimere con le loro parole; saranno inoltre letti brani scritti da Lorenzo, definito dal monaco benedettino priore della Basilica di san Miniato al Monte a Firenze, padre Bernardo – che tanto mi ha aiutato nel convivere con il mio atroce lutto – “Poeta del cielo”.

14 thoughts on “Da una mamma al suo “poeta del Cielo”

  1. lascio una poesia…che sa di amaro….per u bambino morto a 5 anni….
    Per Suzy che ha perduto il figlio (2005)

    Dove sei Dio, dove sei
    Quando la terra piange i suoi figli
    I suoi figli perduti
    Dove sono i tuoi occhi
    Onnivedenti e distratti
    Ad altro rivolti e non a noi
    Noi che piangiamo noi che moriamo
    Ogni volta che qualcuno muore

    Dove sei dio dove sei
    Perché la tua furia si abbatte
    Sui bisognosi, sui piccoli
    Che dici di amare

    E’ sordo il tuo impietrito cuore
    Quando il nostro- pure arido- sanguina
    E’ cieco il tuo sguardo al dolore
    Di madri derubate della parola suprema
    Travolte dall’occhiuto Caso
    A cui Tu – onnisciente- non fai caso

    Chi benedirà il tuo nome, superbo Padre
    Chi ti chiamerà nel dolore
    Chi piangerà sulle tue ginocchia
    Austere ?
    Tu sei solo un nome che corre alla bocca
    Quando il cuore trabocca
    Ma non sei cuore- non sei pianto –non sei grembo
    Tu Sacra Illusione
    Tu sei per noi maledizione

    O è il dolore che per me parla
    E ti vuole ti vuole ti vuole. Come se Tu – l’Inesistente-
    Potessi esserci

    E consolarci del nostro male

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    • Cara Marialuisa,
      purtroppo gli interrogativi che tu ti poni nella tua intensa poesia sono gli stessi che io mi pongo senza tregua da quasi 4 anni. Come può Dio aver potuto permettere una tragedia simile? Ancora non ho trovato una risposta che dia pace al mio cuore, ma ti devo dire che in questo mio sinuoso percorso ho TROVATO DIO, che fino allora era sconosciuto al mio animo. Dio mi consola, mi calma, mi dà tutto quell’amore di cui ho bisogno per poter andare avanti, con la piena consapevolezza che mio figlio è sempre accanto a me e che Dio un giorno mi riunirà a lui. Purtroppo per sopravvivere devo ricorrere a mille appigli che forse non comprendo fino in fondo ma che per lo meno mi aiutano in questo mio cammino. E la certezza che Dio c’è e mi ama è una di queste. Altrimenti non avrei trovato la forza di attraversare questi 4 anni di atroce lutto. Altrimenti sarei morta.

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  2. Un testo emozionante!!!
    Lorenzo è stato un dono del Signore e continua a vivere in tutti quei giovani,che troveranno conforto alle proprie angosce,mettendo a nudo la loro anima.
    Per un adolescente non è facile parlare dei propri problemi con la famiglia;ma, conoscendo le inquietitudini della vita così intensa di Lorenzo,troveranno la forza per chiedere aiuto.
    “Poeta del cielo” ed anche fascio di luce per le menti,avvolte dall’oscurità!!!

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    • Cara Giuseppina,
      ti ringrazio per quanto mi dici. Lorenzo è, sì, un dono del Signore, un fascio di luce. Con lui e tramite lui il mondo degli adolescenti è per me un mondo ancora più vicino. E io mi nutro di loro.
      Grazie!

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  3. Per la signora Lisa:
    Spero giungano graditi questi versi da un poeta di questo pianeta.

    QUEL GIORNO, SULLA SPIAGGIA
    ( da un Poeta del Cielo )

    La mano mi trattiene le parole:
    non escono gli enigmi della vita.
    Quel giorno, sulla spiaggia, era svanita
    la fiamma appena tiepida del sole.

    Lo so… il tuo cuore dolce ancora duole,
    ho scelto una via buia e senza uscita,
    ma io la curerò quella ferita!
    Ho un angelo vicino e adesso vuole

    eleggermi Poeta nel suo Cielo.
    Conserva il mio ricordo, senza affanni,
    e asciugati le lacrime sul viso.

    Sorridi! Un gran segreto ti rivelo:
    la soglia immacolata dei vent’anni
    è un uscio aperto per il Paradiso!

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    • Gentilissimo Roberto,
      sono commossa all’idea che dopo tanto tempo il mio intervento sia stato letto da qualcuno.
      I Suoi versi sono una dolce melodia per il mio cuore in lacriime.
      Un abbraccio e grazie

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  4. “ Quanta probabilità ha la pioggia di cadere/
    sulla soglia del dolore si sofferma la luce/
    nella mia anima si è aperta una voragine/
    in caduta libera vi è precipitato un angelo/
    nella tenebra l’insegue una preghiera… ”
    (gianfranco rossodivita)
    Mio Angelo

    A te, il dono delle ali
    Il privilegiato soccorso del volo
    A me, l’obliato ricordo del cammino,
    l’inciampo e l’estasiata parola.
    Ma è vano lo sguardo dell’anima
    sullo specchio tuo rotto
    Io che rimango casa senza tetto,
    da dove tu pretendi di osservare
    il cielo e le stelle, di nascosto, da me.
    Tu, il dubbioso struscio
    della viola infreddolita.
    Io, l’impronta del bacio
    impressa sulla lama
    affilata, rovente
    E’ la lotta infinita, fra
    la carne mia stanca e la
    voglia tua, che in me
    sragiona.

    Campodipietra, 06.03.2007
    Gianfranco rossodivita

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