
Joyce Carol Oates è nata a Lockport, negli Stati Uniti, nel 1938
di Maria Elena Sini
Un mio professore di inglese sostiene che non esistono donne scrittrici all’altezza dei più grandi nomi della letteratura di sesso maschile: non è una differenza genetica che ha determinato l’assenza di Tolstoj o Hemingway donne ma a suo parere motivi storici, che hanno consentito l’accesso all’istruzione per le donne solo più tardi rispetto agli uomini, e ragioni culturali, che per molti anni hanno reso la vita delle donne povera di esperienze significative impedendo la formazione di quel substrato che alimenta la creazione letteraria. Tuttavia nella sua misoginia letteraria il professore in questione ha citato Joyce Carol Oates tra le poche donne capaci di fare letteratura ad alto livello e questo ha suscitato la mia curiosità e ho iniziato a leggere i suoi libri che non sono stati una delusione ma una continua piacevole scoperta.
Joyce Carol Oates, autrice tra le più rilevanti e sensibili della narrativa americana, ha la capacità di descrivere e analizzare i pensieri e i sentimenti dei protagonisti delle sue storie riuscendo a descrivere la complessità degli esseri umani attraverso le ossessioni che si nascondono nella mente umana.
In Uccellino del paradiso, partendo da un efferato delitto che sconvolge una cittadina della provincia americana, entra nella mente di Krista e Aaron, due adolescenti segnati dalla perdita dolorosa e violenta dei genitori che pone fine bruscamente alla loro infanzia e descrive il trauma che ha condizionato le loro esistenze. Nel romanzo attraverso il meccanismo morboso di attrazione-repulsione che lega i due ragazzi si intrecciano sensualità e violenza, tenerezza e crudeltà, squallore e commozione in modo empatico, profondo e mai banale.
La ragazza tatuata racconta la situazione un po’paradossale che si instaura tra Alma, una ragazza quasi sfigurata da un tatuaggio sulla guancia, proveniente da un passato familiare di degrado e violenza che ha determinato una personalità deviante e un intellettuale ebreo sulla quarantina tormentato da problemi di salute. Il romanzo è un continuo scontro di mondi, sino alle pagine finali spietate e non consolatorie nelle quali l’unica condivisione è quella della solitudine e del dolore.
Acqua nera è invece la versione romanzata dell’incidente di Chappaquiddick che coinvolse nel 1969 il senatore Ted Kennedy e la sua giovane segretaria Mary Jo Kopechne: la macchina guidata dal senatore uscì di strada precipitando in un canale, l’uomo riuscì a riemergere dalle torbide acque mentre la ragazza rimase intrappolata nella macchina. Il senatore fu accusato di omissione di soccorso e lo scandalo che ne seguì bruciò la sua carriera politica impedendogli di candidarsi alle elezioni presidenziali del 1972. In un perfetto congegno narrativo il racconto è un viaggio claustrofobico nella mente della giovane donna che in un lungo flash-back allucinatorio ripercorre le fasi salienti della sua vita sino all’incontro con l’uomo che ammirava. Gli avvenimenti del suo passato si confondono nella mente come schegge impazzite mentre l’acqua nera le riempie i polmoni e lei perde conoscenza.
Attraverso le storie crude e i personaggi complessi Joyce Carol Oates getta un occhio femminile sul mondo, descrive con lucidità implacabile gli abusi e i soprusi della società americana usando come arma la sua scrittura curata e attenta nella scelta di ogni singola parola tanto che nel suo corso di scrittura creativa alla Princeton University ripete ai suoi allievi: «Scrivere è re-inventare, re-immaginare, ricostruire un universo. È il modo più umano che conosca per comunicare. Il più commovente».
AGGIORNATO IL 17 DICEMBRE 2016
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Dì al professore che Virginia Woolf supera Hemingway
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Puoi stare sicura che come il suddetto professore ha enunciato il suo incrollabile assunto si è levato un coro di donne ognuna delle quali proponeva il nome di una scrittrice che poteva stare alla pari con Hemingway o con altri autori di sesso maschile. Alla fine della discussione, quando il professore ha ammesso di non aver mai letto “ Memorie di Adriano” della Yourcenar o le poesie di Anna Achmatova, il suo credo ha cominciato a mostrare delle falle. Comunque il mio scritto non voleva essere polemico nei suoi confronti, anzi io lo ringrazio perché mi ha permesso di scoprire una scrittrice profonda e sensibile e io volevo solo condividere il piacere della lettura dei libri che ho citato.
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