
“Nel pieno del dibattito della
libertà di informazione, alcune giornaliste milanesi lanciano un appello alle concittadine. Intitolato “
Le donne della realtà“, l’appello si rivolge a quelle
che si dedicano al lavoro e alla famiglia, che contribuiscono allo sviluppo scientifico, sociale e morale del Paese, e che
sono scomparse dai media: perché i riflettori sono accesi su modelli femminili distorti. Escort, veline, donne di carta che paiono avere un solo obiettivo: visibilità e carriera, soldi e favori elargiti da uomini potenti e danarosi. Le promotrici invitano al dibattito di
lunedì 5 ottobre al Circolo della stampa:
Lo scopo è quello di dare voce all’indignazione femminile di fronte al dilagare di un’informazione insensibile ai problemi della vita reale, a vantaggio di analisi che rendono sempre più virtuale il contatto tra media e Paese reale“. Era il 9 ottobre 2009, e questa notizia usciva su “Unione femminile”. Da allora Paola Ciccioli, non solo nella sua professione, ma anche tramite il suo blog “
Donne della realtà”, ha mantenuto il suo impegno attivamente critico per un’informazione non distorta e non sessista.
Pochi giorni fa, il 23 marzo, ha ricevuto una lettera di licenziamento e a quanto pare le ragioni risiedono in un comportamento critico verso la gestione editoriale di Giorgio Mulé, il Direttore della sua testata: Panorama.
Al Direttore chiediamo: ma la signora Ciccioli era assunta come giornalista, o come assistente, o segretaria?
Perché se alle giornaliste è tolto il diritto di essere critiche, come possiamo definirle giornaliste anziché “segretarie”?
Aspettiamo ora le decisioni della Magistratura.
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