Lettera a Bruno Manfellotto (direttore dell’Espresso)

Gentile Dott. Manfellotto,
in risposta alle critiche che alcune donne le fecero su “L’Altra Copertina” del novembre scorso, che mostrava un servizio sull’influenza illustrato da una donna mezza nuda in posizione sexy, lei scrisse:
“Da che mondo è mondo nell’arte, nel cinema, nel teatro, nella poesia l’immagine della donna è sempre segno di serenità e vitalità. Non c’è nulla di cui scandalizzarsi, l’importante è muoversi sempre nell’ambito dell’eleganza, del buon gusto e del rispetto per il mondo femminile. E così mi sembra che sia stato.”
“Sono direttore dell’Espresso da poco un anno e mezzo e sono sempre stato molto attento a non strumentalizzare l’immagine femminile: provi a ripercorrere le 75 mie copertine e altrettante “Altra copertina” dell’Espresso e ne avrà la conferma: non si arriva alle dita di una mano.”

Le chiediamo oggi:
1) anche il sedere in bella mostra dell’Altra Copertina di venerdì 17 febbraio, pezzo di donna senza volto e identità che introduce un articolo sui test medici, è segno di serenità e vitalità? Risponde al criterio del rispetto per il mondo femminile? O si tratta di porno-chic? E comunque cosa intende illustrare, un’ecografia al deretano?
2) L’intervallo di tre mesi tra una copertina sessista e l’altra sarà sufficiente a mantenere la statistica  che ci fornisce?

Dottor Manfellotto, quando lei ed altri noti giornalisti di sinistra trattate di politica e di moralità, tanto di cappello. Ma quando c’è di mezzo la donna… Luca Telese afferma che “Belén scalda i cuori” (cuori eh?), Repubblica pubblicizza la vendita di CD di musica classica con l’immagine di una donna scollata languidamente sdraiata su enormi strumenti musicali, accompagnando il tutto col doppio senso del verbo “abbandonarsi”. Lei, dottore, non si oppone alla tendenza di utilizzare donne ammiccanti o zone erogene di donna per attrarre l’attenzione su qualsivoglia prodotto, servizio o argomento trattato. Siete ancora progressisti? No. Svelate piuttosto il maschilismo italiano (nei Paesi del Nord Europa certi abbinamenti sono ormai inconcepibili), non vi ponete al di sopra di nessun altro nell’invitare i lettori a una bella sessione di “bavosità” collettiva, siete come i conduttori di Sanremo che incoraggiano gli spettatori a spiare il frutto proibito di Belén. Alle lettrici reiterate il trito messaggio che ciò che conta per davvero è avere un bel sedere, lo stesso messaggio ripetuto in maniera subdola dalla pubblicità: “Identificati con la modella – tu vuoi essere come lei, vero? Compra il prodotto e la sarai. Il resto non conta, conta solo il fisico”. Ci pensi, sono tutte varianti dei predicamenti di Terry De Nicolò!

Si è acriticamente allineato a un comportamento diseducativo prendendo la scorciatoia della visibilità. Faccia uno sforzo, dottor Manfellotto, un esame di coscienza per superare e far superare al suo staff quel muro che impedisce il rispetto per la donna come persona nella sua interezza. Decine di uomini hanno criticato la posizione di Telese, stanchi di essere trattati da guardoni, segno di una diversa sensibilità emergente. Confidiamo in un cambio di passo da parte sua, sicuri che vorrà considerare tra i principali valori la difesa della dignità della donna.

In attesa di un suo riscontro inviamo
Distinti saluti
Annamaria Arlotta
( seguono firme)
del gruppo “La pubblicità sessista offende tutti

P.S. Lo stralcio di un articolo scritto da Lorella Zanardo che segue spiega con umorismo e leggerezza che effetto faccia alle donne essere circondate da immagini che ne risaltano solo il fisico, ed è utile per comprendere il punto di vista femminile.

Ecco cosa accade: esco di casa e appena in strada, un culo bene in vista accoglie me e mia figlia di 11 anni dal muro di fronte. Correndo verso scuola, do un occhiata alla farmacia, e un viso tiratissimo da star trek, mi invita a fornirmi di crema antirughe SUBITO, prima che sia troppo tardi e io cada a pezzi. Continuando e passando per il parco, non possiamo evitare l’edicola: e lì c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra tettone, bicipiti, boccone, donne con donne, donne con uomini, a quattro zampe in spiaggia nudi e ingrifati… ecc ecc. Scendendo le scale del metrò mi impongono la free press LEGGO e così vengo a sapere che in Emilia c’è una barista supersexy che balla e si dimena mentre serve i clienti creando code fuori dal locale (in prima pagina, ça va sans dire). Arrivo in Stazione Centrale. Il nuovo negozio di lingerie da cui tutti passiamo per accedere ai binari, espone un video enorme per pubblicizzare dei nuovi slip: e l’oggetto preferito dagli italiani giganteggia felice anche da lì.

AGGIORNATO IL 28 SETTEMBRE 2015

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