di Lidia Ravera
“Meno male che Susa-anna c’è”, e si dà da fare. Il coro parte spontaneo dal petto dei lavoratori taglieggiati dalla manovra, dal profondo del cuore di tutti quelli che stanno per subire senza fiatare “la tassa sull’onestà”, punizione per i non-evasori. Meno male che Susanna c’è. E reagisce. Con un’iniziativa politica. Non con quattro chiacchiere al bar.
Con uno sciopero generale, non con una ragnatela di sottili distinguo. Meno male che Susanna c’è, e ha il senso dell’umorismo. Così, invece di farsi girare come eliche quegli attributi che possiede soltanto metaforicamente, tira dritto col suo sorriso di ferro. E non dà retta a nessuno. “La Cgil va rispettata ma non fiancheggiata”, dice il coordinatore “d’opposizione ma non troppa” ai suoi coordinati, usando un verbo più adatto ai terroristi che ai sindacalisti. “Non ora”, scrive un manipolo di aventi diritto ad aprire bocca, (economisti pidì, ex sindaci di città Fiat, operai sopravvissuti & bocconiani impegnati), non così, non lotte per dare fastidio, semmai un piagnisteo bipartisan o tripartisan. Ma lottare, noooo, non ora! Le donne, tutte quelle con le metafore in subbuglio, offrono alla compagna Susanna una risposta già sperimentata: “Se non ora, quando?”.