di Daniela Natale
C’è Gabriella che è stata lasciata a casa appena ha comunicato in ufficio di essere incinta; c’è Sara che invece vive delle maternità altrui, perché è quando un’altra donna si assenta che viene chiamata a lavorare; c’è Martina che da sette anni vive il precariato e si sente fortunata perché a differenza di molte altre lavora; c’è Carla che a 58 anni è stata espulsa dal mondo del lavoro e non sa come rientrarci; c’è Sandra che è separata, con due bambini ed è perseguitata da bollette e tasse. Poi ci sono io, che ascolto le loro voci e le loro storie, senza parlare, e mi riconosco un po’ in tutte loro. Allo stesso tempo tutte loro si riconoscono nelle storie delle altre, perché gira e rigira i problemi che ci toccano da vicino sono sempre gli stessi. Sono quasi le 11.00 del mattino dell’ultima domenica di luglio, ma in Piazza della Scala siamo in cinquanta. Non siamo pronti per un presidio vero e proprio, il nostro incontro è stato organizzato in un paio di giorni e non esistono leader. Siamo lì e ne approfittiamo per scambiarci idee e urlare la nostra rabbia. Qualche turista ci chiede una foto col tricolore che alcuni di noi hanno addosso, qualche anziano si avvicina per sentire cosa abbiamo da dire, altri si intimoriscono e scappano via. Una cosa è certa: non siamo invisibili, non più. Siamo le donne che ne hanno abbastanza non di questo governo ma di tutti i mal governi, dei privilegi, delle caste, delle ingiustizie, dei soldi che non bastano mai e dello Stato che continua a togliere anche dove non ce n’è più. Basta ciarle e chiacchiere da bar, basta politica-spettacolo e improbabili igieniste, basta prenderci in giro: il vento sta cambiando, diceva qualcuno tra le bandiere arancioni qualche tempo fa. Beh, sta cambiando sul serio. In quel di Roma, in piazza Montecitorio, un uomo porta avanti lo sciopero della fame da quasi due mesi ormai: è Gaetano Ferreri, il “nostro” Gaetano, che ha deciso di accendere la miccia. E si sa, col vento la miccia brucia più in fretta e l’esplosione avviene prima. Quell’esplosione senza bandiere di partito la vogliamo noi cinquanta che eravamo in piazza domenica e sarà tanto più forte quanti più saremo a volerla. L’Islanda, il Belgio, la Spagna… ora anche l’Italia si indigna e scende in piazza, in maniera pacifica e costruttiva, con la forza di tutte noi che ne abbiamo abbastanza. I media non ne parlano, Gaetano e gli altri sono lì in piazza ignorati dalle “autorità”, le pagine facebook di solidarietà al presidio sono costantemente bloccate e monitorate da non si sa bene chi.
Noi andiamo avanti lo stesso, stavolta si fa sul serio.
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SOSTEGNO DA MILANO AL PRESIDIO AD OLTRANZA DI MONTECITORIO
PRESIDIO AD OLTRANZA DAVANTI A PALAZZO MONTECITORIO
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