Siena: dalle mobilitazioni spontanee alla rete stabile

di Letizia Mosca

Da Siena si riparte con un movimento che vuole essere il più possibile organizzato, un movimento che vuole occupare la scena politica e “dare inizio a un’agenda delle donne” come è stato detto. Le donne vogliono fare politica, non subirla. Un movimento che nasce da un patto tra donne differenti, tra generazioni. Differenze da accogliere come ricchezza. E’ certamente un percorso da verificare, da modificare strada facendo se davvero la rete vuole essere, come è stato annunciato, inclusiva e aperta. E precisazioni e aggiustamenti sono già stati fatti nei due giorni di Prato Sant’Agostino. La conclusione sembra essere una rete da intendere e costruire in ogni territorio in modo diverso, senza prevaricazioni. Ed è stato spiegato che il comitato nazionale, il cui annuncio aveva spiazzato una parte della platea, sarà il “comitato promotore nazionale”, ed “è solo un nodo della rete che manterrà i rapporti con territori e associazioni”. La spinta c’è. A Siena si è vista determinazione e gioia, bisogni condivisi e competenze da dare. Si è parlato di lavoro e figli, economia e stato sociale, precarietà e corpo delle donne. Desiderio di contare per cambiare l’Italia, costruire un paese per donne che sarà un paese più giusto, più civile, anche per gli uomini.

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