Rubygate: “Bacio saffico tra Karima e Minetti”. Per i pm la marocchina è “fragilissima”

Dalle trascrizioni dell’udienza preliminare la conferma che il procuratore aggiunto Pietro Forno ha usato la parola “bordello” per definire il traffico di ragazze verso Arcore. “La minorenne fragile e in difficoltà”. “Gli imputati sapevano che era minorenne”

MILANO – Una ragazza fragilissima. Così è stata definita Ruby dal pm Forno nell’udienza preliminare di lunedì scorso a Milano. E’ il processo a Mora, Fede e Minetti, la consigliera regionale Pdl sul cui ruolo emergono altri dettagli.
“Ruby fragilissima”. Stando alla trascrizione dell’udienza è emerso che Ruby, quando è stata sentita dai pm in fase di indagini tra il luglio e l’agosto scorso, aveva l’aspetto “di una persona di età ben superiore ai 17 anni”. Ma ascoltando le sue parole i magistrati si sono resi conto anche “di essere di fronte a una ragazzina, un’adolescente sofferente e in difficoltà”. Forno chiarisce che quel racconto di Ruby “è un atto che si è fermato a metà, per l’impossibilità materiale di proseguire nell’audizione”. Secondo il magistrato sentire dei minori è un sorta di work in progress, un conquistarsi la fiducia da parte del dichiarante nei confronti di chi l’ascolta. E nel caso di Ruby questo atto di fiducia in qualche modo si è interrotto nel momento in cui la minore ha deciso di scappare dalla comunità rientrando in contatto con l’ambiente da cui proveniva.
Il bacio saffico. Dalle trascrizioni trapela anche la conferma del bacio saffico con la Minetti. “E’ noto -sostiene Pietro Forno-, che il fruitore finale aveva interesse a questo tipo di condotte. Anche per questo è consentito affermare che la minore è stata coinvolta in atti sessuali che, nella misura in cui sono stati ricompensati, avevano una connotazione di tipo prostitutivo”. Il riferimento al “fruitore finale” viene chiarito dal pm Antonio Sangermano in un’altra dichiarazione riportata nel verbale di udienza, quando il rappresentante della pubblica accusa parla di “serate organizzate presso la residenza del presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, quale fruitore finale in questa ipotesi accusatoria”.
Consapevoli della minore età. Gli imputati erano in più “perfettamente consapevoli della minore età di Ruby, come emerge dalle stesse dichiarazioni, e soprattutto perfettamente consapevoli di quel che accadeva ad Arcore, ovvero, che l’introduzione della minore era strettamente finalizzata a che la stessa acconsentisse al compimento di atti sessuali col presidente del consiglio, Silvio Berlusconi”. Lo ha dichiarato sempre Sangermano nel corso della setssa udienza davanti al gup del tribunale di Milano Maria Grazia Romanico.
La parola bordello. Lunedì scorso, l’udienza era a porte chiuse, era trapelata la voce che la parola “bordello” fosse stata associata ad Arcore e al presidente del Consiglio e immediate erano scoppiate le polemiche. Nella discussione per il rinvio a giudizio di Nicole Minetti, di Emilio Fede e di Lele Mora per induzione e favoreggiamento della prostituzione, Forno ha detto: “Abbiamo tutti gli elementi di una struttura organizzativa, abbiamo l’arruolatore, abbiamo il fidelizzatore, e abbiamo, possiamo dire, l’amministratore del bordello, colui che paga le dipendenti”.

da la Repubblica – 29 giugno 2011

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