Arabia Saudita: le donne sfidano il divieto domani tutte al volante

Dopo l’arresto della principale organizzatrice, prima azione ufficiale, dopo quella del 1991, per l’abolizione della norma che proibisce alle suddite del regno di guidare. La mobilitazione tramite il web. La protesta avverrà “in ordine sparso”. Alle contestatrici viene consigliato di velarsi in modo appropriato e farsi accompagnare da un uomo per facilitare il rilascio

di Francesca Caferri

La sfida è confermata: nonostante l’arresto dell’organizzatrice numero uno, Manal Al Sharif, nonostante le intimidazioni dei conservatori, nonostante la pressione sociale, le saudite si ritroveranno domani alla guida delle loro auto nella prima protesta ufficiale dopo quella che, nel 1991, segnò l’inizio della ventennale campagna che chiede l’abolizione del divieto (unico al mondo) che proibisce alle donne del regno di guidare.

O forse sarebbe meglio dire non si ritroveranno: nel vademecum diffuso tramite Facebook dagli organizzatori della campagna, si specifica che le partecipanti non avranno un punto di riunione. Ciascuna dovrà mettersi al volante nella propria città e procedere in modo sparso, per evitare il fermo di massa come quello del ’91. Le donne sono invitate a velarsi in maniera appropriata, ad esporre sul cruscotto una bandiera saudita e una scritta inneggiante al re, Abdullah, per fugare ogni dubbio sulla propria fedeltà alla corona. Oltre, chiaramente, al simbolo della campagna, scaricabile via web. Il manuale specifica che saranno probabilmente fermate e che dunque è meglio farsi accompagnare da un uomo, per facilitare il proprio rilascio. E infine che il massimo della pena prevista è una reprimenda e l’obbligo di firmare un foglio di scuse.

La campagna è tutto meno che una colorita iniziativa a beneficio della stampa straniera: sin da quando il vento del cambiamento ha cominciato a percorrere il mondo arabo, le saudite sono state in primo piano nell’intercettarlo. In questi mesi, usando principalmente Internet come mezzo di comunicazione, hanno preso la guida del movimento di protesta nel regno, organizzando prima una campagna per chiedere di essere ammesse al voto nelle elezioni municipali di settembre, poi l’iniziativa di domani. Segnali importanti in un Paese da sempre etichettato come “il più conservatore del mondo” e dove alle donne non solo è vietato votare e guidare, ma ogni azione (permessi di lavoro e viaggio compresi) è sottoposta all’autorità di un guardiano maschio, padre, fratello o marito che sia.

In attesta del test di domani, la campagna è già un successo in rete: su Facebook i messaggi di sostegno si moltiplicano, così come le iniziative – reali – di supporto. Ieri pomeriggio un gruppo di donne, americane e saudite espatriate, ha circolato al volante intorno all’ambasciata saudita a Washington per chiedere l’abolizione della legge. E un gruppo di attiviste ha scritto una lettera per chiedere l’appoggio (improbabile, visto il ruolo strategico di Riad e il delicato momento che attraversano le relazioni Usa-Arabia Saudita) di Hillary Clinton alla campagna.

Nel frattempo su Youtube è nato un canale dedicato all’iniziativa: HonkforSaudiWomen raccoglie i video di quanti – uomini e donne – hanno scelto di salire in auto e suonare il clacson per appoggiare la sfida delle saudite. E un gruppo di amici del Belgio ha creato una mappa virtuale per elencare i video e la loro provenienza geografica, così da mostrare il supporto mondiale per Women2drive.

Basterà? Difficile che re Abdullah, Custode delle Due Sacre Moschee, si lasci convincere: l’anziano sovrano con la fama del riformatore ha promesso che toglierà il divieto, un giorno. Ma in questi mesi la sua mente è stata presa dagli sconvolgimenti del Medio Oriente: le richieste delle sue suddite dovranno probabilmente attendere ancora.

da La Repubblica – 16 giugno 2011

3 thoughts on “Arabia Saudita: le donne sfidano il divieto domani tutte al volante

  1. Che rivelazione queste donne che ribollivano sotto un tappo, e come mi appartiene la loro rivendicazione: nela mia vita la guida dell’automobile è il simbolo, in senso proprio, della mia auto-nomia, e la mia coscienza ecologista ne soffre un po’!

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