Care ministre, avete ben poco di cui andare orgogliose

Lettera aperta di Letizia Del Bubba (da Livorno)

Care ministre, vi siete sentite in dovere di accusare le migliaia di donne scese in piazza il 13 febbraio di essere strumentalizzate dalla sinistra? Beh, forse voi, come molti mass-media, semplificate troppo. In piazza, io, insieme a migliaia di altre donne, sono scesa non per proclamare la distinzione tra “donne per bene e donne per male”, ma per affermare la libertà femminile. Forse per voi termine ignoto o scambiato per “fare tutto quello che ci viene in testa” ma che, in realtà, significa affermare che nel mondo siamo in due, uomini e donne, e che io, donna, voglio segnare il mondo con la mia differenza sessuale. E per denunciare, cosa che molte di noi fanno da anni su giornali, riviste, blog, siti internet, assemblee pubbliche, che quello che offende è il nesso sesso-potere, non inventato dal sig. Silvio Berlusconi, ma da lui portato a modello di comportamento virile, di cui andar fieri, e di prassi politica dominante nei rapporti pubblici tra donne e uomini.

La prima donna a parlare di “ciarpame politico” è stata la signora Veronica Lario che di certo non è una rivoluzionaria comunista né una delegata del PD, né tantomeno una moglie depressa e isterica per i continui tradimenti del marito. Dite che avete fatto molto per le donne? Prima di tutto chiedo a voi, quali donne? Le amiche del premier? La legge 40 sulla fecondazione assistita, dove tra l’altro la parola donna non compare mai, l’avete fatta per le donne perché soffrano di più, con la complicità anche di alcune donne dell’opposizione? O con i colleghi maschi di partito e di chiesa? Il ritorno a casa di centinaia di precarie, la svalorizzazione del lavoro delle insegnanti nella scuola pubblica, delle lavoratrici nei servizi, è questo che avete fatto per le donne? Per non parlare poi delle giovani studentesse a cui avete tagliato il diritto a uno studio qualificato e delle donne che lavorano o sono in pensione a cui avete regolarmente tagliato i fondi dei servizi pubblici.

E comunque non è tanto il fare per le donne che è importante, quanto l’ascoltare altre donne, molte e diverse, e costruire con loro percorsi per progetti politici: questo segna la differenza politica femminile. La vostra autonomia di pensare il mondo in modo diverso dai vostri colleghi maschi è pari a zero. Se la cosa vi può consolare anche molte donne dell’opposizione brillano per la loro insignificanza politica. Altrimenti se ne andrebbero da un partito ingessato e fuori dal mondo, invece di chiedere incessantemente di avere più posti di potere. Si può fare politica in tanti modi, non solo nei partiti. E se vogliono il potere se lo prendano, invece di continuare a chiederlo con la solita litania.

Come ha detto una volta Luisa Muraro a una assemblea di donne, non sono le donne ad aver bisogno della sinistra ma è la sinistra ad aver bisogno delle donne, se vuole continuare a esistere. Ma, per come la vedo io, e con me altre donne e uomini, occorre ripartire dal confronto sui temi che la realtà ci pone, e su questa aprire conflitti e operare mediazioni, non cercare alleanze a partire dai nomi e dalle sigle. Quindi, care ministre, c’è veramente poco di cui voi dovete essere orgogliose, come donne!

Letizia Del Bubba (Livorno)

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