San Vincenzo, gaffe del Comune: “Una disattenzione, ritiriamo il nostro logo”. Beffa dopo la manifestazione In pieno centro un gigantesco fondoschiena di Michela Bompani
Un sedere grande, ma grande come una persiana, nel centro di Genova, fra via San Vincenzo e via Ricci, campeggia “a tutto tondo” su un cartellone pubblicitario. È partita ieri la campagna di marketing di un marchio di abbigliamento in ventisette città italiane, ma nel grande spazio promozionale tra via San Vincenzo e via Vincenzo Ricci, proprio sotto il sedere, c’è anche il logo del Comune di Genova.
Il giorno dopo la grande manifestazione “Se non ora, quando?” che ha portato nelle piazze di tutto il mondo un milione di persone, e cinquantamila in marcia a Genova, la novità alta come un palazzo non è piaciuta a molti cittadini che hanno tempestato la redazione di Repubblica di telefonate: “Basta. Lo abbiamo gridato in piazza, lo ribadiamo ancora, siamo stufi di vedere il corpo delle donne usato sistematicamente”, spiegano.
Il Comune cade dalle nuvole, tutta colpa di un cortocircuito casuale, spiega l’assessore alle Attività produttive, Gianni Vassallo, che annuncia: “Toglieremo il nostro logo da quella pubblicità”. Lo spazio fisso di marketing, sul fianco dell’edificio, infatti è diviso in due parti: in basso, fisso, c’è il messaggio del Comune “Io faccio shopping a Genova. Fiducia, sapori, comodità: tutto intorno a te”, con lo stemma di Tursi. Sopra, c’è una zona in cui vengono di volta in volta affissi cartelloni diversi. E proprio ieri mattina si è accampata una seducente figura femminile che, fotografata da sotto in su, solleva, strategicamente, la nera veste.
“Questa è la dimostrazione che esiste un salto temporale troppo lungo tra l’anima di un Paese, quella che era domenica in piazza, e le azioni di un Comune che ha annunciato di sgomberare dai propri muri immagini offensive delle donne – dice Valentina Sonzini, “Unione donne italiane – 25 novembre 2008″ – Tursi ha incassato denaro per questa pubblicità? Lo devolva a favore delle donne in difficoltà”.
“Occorre evitare anche il solo rischio di sovrapposizioni di messaggi diversi che però possono essere letti come contestuali – spiega Vassallo – la campagna “Io faccio shopping a Genova”, promossa da Tursi per sostenere il commercio di prossimità, è partita l’anno scorso ed è stata appena rinnovata, compare anche su molti mezzi pubblici, nei prossimi giorni da quello spazio in via Ricci il logo di Tursi deve sparire”.
ottimo, continuiamo così! Se i comuni sono ciechi e sordi noi no.
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Ho scritto al comune..mi hanno risposto 4 volte..girando l’email agli organi competenti.-…spero la facciano saprire..perchè far sparire solo il logo è una cosa ipocrita.
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Anch’io mi sono imbufalita a leggere che il comune si è scusato e ha tolto il suo logo: ma come si permettono di prendere in giro le persone in modo così spudorato! E’ tutto il cartellone che va tolto!!! non solo il logo. B A S T A comprare e fare soldi con il corpo delle donne!!! Non se ne puà piùùùùùùùùùùù
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