Mobilitiamoci per ridare dignità all’Italia

Nessuno può governare calpestando i principi di uguaglianza e dignità politica e sociale sanciti dalla Costituzione. La Magistratura dovrà stabilire – e ci auguriamo che lo faccia al più presto – se sussistono i reati ipotizzati. Non è però più tollerabile per noi, donne e uomini che con il nostro lavoro e il nostro impegno civile tentiamo di rendere migliore questo Paese, assistere al degrado e alla deriva dell’etica pubblica cui il Presidente del Consiglio sta condannando l’Italia.

Sentiamo il bisogno di porre un freno a tutto questo:

perché arrivi alle giovani donne un messaggio di libertà, di giustizia, di diritto a una vita fatta di scelte consapevoli, di riconoscimento della dignità della loro persona, della loro intelligenza, del loro sentire e delle loro competenze;

perché gli uomini, in particolar modo i giovani, rifiutino il modello sessista che domina e spezzino la complicità maschile contro il corpo delle donne;

perché chiunque abbia cariche istituzionali e sia coinvolto in questa vicenda si faccia da parte.

A motivarci non è un astratto moralismo, bensì il rifiuto del fatto che coloro che sono sospettati di essere i responsabili di questa ennesima offesa al corpo e alla dignità femminili, continuino a rappresentare le istituzioni democratiche. Come uomini e donne che abitano in questa regione, riteniamo che il Presidente Formigoni – che ne ha permesso l’elezione – ora debba chiedere alla consigliera coinvolta di dimettersi. Sentiamo il bisogno non solo di prendere parola pubblica, ma anche di mobilitarci: mai come ora è giusto che l’indignazione e il disgusto trovino visibilità e siano di tutte e di tutti.

Possiamo voltare pagina e ridare dignità e speranza nel futuro, soprattutto alle giovani generazioni.

Milano 21 gennaio 2011.

Primi firmatari: Marilena Adamo, Ileana Alesso, Vittorio Angiolini, Gabriele Ballarino, Silvia Ballestra, Nino Baseotto, Ferruccio Capelli, Iaia Caputo, Arianna Censi, Daniele Checchi, Ilaria Cova, Chiara Cremonesi, Marilisa D’Amico, Adalucia De Cesaris, Diana De Marchi, Mario Fezzi, Maurizio Fontanili, Francesco Francescaglia, Luca Gaffuri, Marisa Guarneri, Alessandra Kustermann, Carmen Leccardi, Pierfrancesco Majorino, Aurelio Mancuso, Maurizio Martina, Giorgio Oldrini, Elena Paciotti, Nello Patta, Marina Piazza, Giuliano Pisapia, Antonio Pizzinato, Patrizia Quartieri, Onorio Rosati, Assunta Sarlo, Sara Valmaggi, Francesca Zajczyk, Maurizio Zipponi.

Per adesioni:  ridiamodignita@gmail.com

8 thoughts on “Mobilitiamoci per ridare dignità all’Italia

  1. Finalmente!!! Riprendiamoci la dignità di essere donne con una testa che funziona……e dimostriamo di essere unite. E spero che anche gli uomini intelligenti (ce ne saranno???) dicano NO a tutto questo.

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  2. Grazie! La mobilitazione e’ fondamentale ora

    Consiglio di lettura:
    http://www.nytimes.com/roomfordebate/2011/01/26/decadence-and-democracy-in-italy/women-in-the-decorative-role

    L’Italia è “un gigantesco esperimento sociale, un laboratorio politico per un regime basato sul controllo da parte dei mass media, il cui uso, e il cui potere, rischia di fare da modello ad altre democrazie. Quel che sta accadendo in Italia – conclude Volpato – domani potrebbe accadere in qualsiasi altro luogo”.

    Dall’articolo di Volpato sul New York Times emerge che il sessismo berlusconiano serve da “instrumentum regni” per governare…

    Volpato spiega: “Le donne, come i minori, sono ridotte a mera decorazione e ciò conferma la loro posizione subordinata nella società italiana”, tant’è che “l’Italia appare al 74esimo posto nel rapporto 2010 del World Economic Forum sulle disparità di genere, basato su fattori come la possibilità di partecipazione politica”.

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