di Caterina Soffici
Il gradino più basso toccato in questa settimana non è nelle rivelazioni di Wikileaks, ma nella dichiarazione di Nadia Macrì, una delle ragazze infilate nel letto dell’anziano signore di Arcore in cambio di una busta (dice lei) con dentro cinquemila euro. In una recente intervista televisiva la ragazza ha candidamente dichiarato: “Forse ho sbagliato a presentarmi come una escort, avrei dovuto chiedere di fare la velina”. Ecco, questa frase è più devastante di qualsiasi report di Wikileaks. E’ imbattibile, perché racchiude in sé l’essenza stessa del berlusconismo: escort o velina? Già, bel dilemma. E’ vero, i festini selvaggi sono uno sputtanamento internazionale. Ma Elizabeth Dibble, l’autrice dei dispacci diplomatici su Belrusconi, sembra di un’ingenuità apocalittica quando segnala al proprio governo che l’anziano signore fa tardi la sera, ergo riposa poco, ergo è un cattivo governante, un politico poco lucido, inetto. Sai te che rivelazione.
A noi italiani, cose del genere, ci fanno un baffo. Il signore in questione ci ride su e fa anche bene, perché uno che ci ha abituato alle registrazioni delle nottate con la D’Addario, ai compleanni con Noemi Letizia, ai racconti di Ruby Rubacuori, di questi scoop in salsa puritana no può altro che sorridere. Chissà che si aspettava, e chissà quindi quante altre cose ci sarebbero da sapere. Le intercettazioni nostrane hanno rivelato un sistema di corruzione e di malcostume, che stupirsi per i festini selvaggi pare cosa davvero ingenua. Ha ragione a riderci sopra Berlusconi e a tentare di derubricarle come normalissime cene, “corrette, dignitose ed eleganti”. Cosa c’è di poco corretto se amici compiacenti ti infilano nel letto (a tua insaputa ovviamente, Scajola docet) una ragazza a pagamento? Non vorrete mica insinuare che è il preludio per una mazzetta, per uno scambio di favori o peggio per un futuro ricatto? No di certo. Facciamoci tutti una risata e aspettiamo che escano altri file decrittati. E poi volete mettere in dubbio che le cene fossero poco eleganti? Ma come, le ragazze indossavano tutte in tubino nero d’ordinanza, non è abbastanza elegante e decoroso…? Non riceveva mica in casa delle mignottone in tute panterate, hotpant o guaine di pelle nera, quindi tutto era estremamente dignitoso, ovviamente. Eppure, se già queste cose si sono dette e scritte mille volte, incredibilmente non si riesce mai a toccare il fondo. Pensavamo che più in basso di dove eravamo non si potesse andare, e invece no. C’è sempre un gradino più in giù, insospettabile.
Quindi, meglio escort o velina? Forse era meglio se chiedevo di fare la velina, si interroga Nadia Macrì. E in quel “forse” c’è tutto un demi monde di agenzie, book, uomini bavosi, vecchi arrapati, lupi dello spettacolo, ricattatori e sfruttatori di vario tipo. E ragazze che pensano di essere loro a sfruttarli, senza rendersi conto di essere un numero su un book, una nuova entrata nell’harem, carne da macello, appunto che è buona finché è fresca. “Forse” meglio velina, ragiona la ragazza. E avrà pensato che l’escort non è una gran soluzione perché brucia la sua carta in un colpo, riceve la sua busta, un bel malloppo per la verità (una ragazza di un call center per mettersi in tasca 5mila euro netti deve sgobbare sei mesi) ma poi tutto finisce lì. La velina invece ha una carriera davanti. Anche politica, perché no. “Forse”. Solo l’anno scorso, ai tempi di Noemi Letizia, il dilemma era: potrei fare la velina o forse la politica. Oggi è: escort o velina. Perché i tempi cambiano e le opzioni si modificano di conseguenza. Al ribasso. E così è lo stesso Berlusconi a rispondere alla Macrì: “Festini? Sono accuse infondate e incredibili. Mi domando chi paghi queste ragazze. Una ragazza che si dichiara prostituta di fronte al mondo si preclude tutte le strade per un lavoro futuro, per trovare un marito”. Invece se non si dichiara escort potrà sempre aspirare a una carriera da velina…
da Il Fatto Quotidiano – 30 Novembre 2010
Ormai non si sa più dare il vero nome alle cose
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