Care firmatarie, cari firmatari
la perdurante inadeguata rappresentazione del mondo femminile nei media, con stereotipi riduttivi rispetto alla pluralità espressa dalle donne nella realtà, rende sempre più urgente dare risposte adeguate al piano di riforme sostenuto attraverso l’“Appello Donne e Media”, che abbiamo condiviso in Rete e in numerosi dibattiti pubblici.
Il 29 ottobre si è tenuta la riunione che abbiamo promosso con gli organismi nazionali e regionali di parità, presso il parlamentino dello sviluppo economico. Abbiamo attivato la rete sul territorio. Così sono circa 40 le firme in calce al documento approvato delle rappresentanti dei singoli organismi che si aggiungono alle 1100 sottoscrizioni dell’Appello Donne e Media, a sostegno delle richieste già indicate dall’appello e inviate nuovamente alle istituzioni, in primis al nostro Presidente della Repubblica.
Tengo, come di consueto, ad aggiornare Voi tutti inviando in allegato il testo originale del documento approvato.
Nel corso della riunione, sono state molte le testimonianze di situazioni di disagio registrate sia al Nord che al Sud del Paese, e ovunque è diffusa una percentuale inaccettabilmente bassa della rappresentanza femminile nei consigli e negli esecutivi di regioni, provincie e comuni.
E’ dilagante la percezione assai riduttiva che la società ha del ruolo che le donne in realtà svolgono, dando ormai un grande contributo di crescita in ogni settore.
Con ancora più forza ci sentiamo inchiodati alla responsabilità di poter cambiare le cose.
Occorre sommare le nostre capacità.
Dobbiamo tracciare una linea dritta tra la situazione attuale e gli obiettivi che intendiamo raggiungere per portare i media ad un rinnovato impegno creativo in tema di modelli culturali femminili offerti all’opinione pubblica.
Al servizio pubblico chiediamo di dare segnali anche sui contenuti (occorre ratificare con urgenza il nuovo contratto di servizio 2010-1012, contenente gli emendamenti che abbiamo promosso).
Inoltre, la nostra richiesta di convocare il tavolo tecnico di confronto tra aziende e istituzioni non è più rinviabile. Il governo – qualunque forma esso assuma – ci deve dare una risposta.
Infine riteniamo utile che dall’Italia si avvii una fase di armonizzazione delle diverse regolamentazioni attualmente esistenti nei paesi membri, per promuove uno “standard europeo” donne e media.
Ci stiamo muovendo su tutti i fronti per questo. So di trovarVi accanto in questo percorso comune e ciò dà senso al sommare le forze.
Cambiare si può. A quasi un anno dal lancio dell’Appello Donne e Media, abbiamo cominciato con i doveri della Rai e i nostri emendamenti si sono materializzati nel nuovo contratto di servizio.
Ora occorre andare avanti.
In attesa di darVi riscontro sulle risposte che otterremo, colgo l’occasione per inviare il mio sincero saluto.
Gabriella Cims