ROMA – Dieci giorni di sospensione. Una dipendente Rai come Michele Santoro. Punita con la massima sanzione disciplinare per avere detto, nel chiuso di un’assemblea sindacale, che in Rai ci sono dirigenti che provengono direttamente da Mediaset. È il caso di Federica Tanzilli, avvocato e funzionario di Viale Mazzini dal 2000, impiegata presso la Direzione sviluppo e coordinamento commerciale con l’incarico di scritturare gli artisti. Attoniti i sindacati, che parlano di «intimidazione», «attacco ai diritti» dei lavoratori e si riservano di reagire alla punizione. Il tutto ha inizio lo scorso 23 aprile. È in corso un’assemblea sindacale convocata per discutere il mancato pagamento dei premi di produzione che l’azienda giustifica con la crisi e i conti in rosso. Il discorso si sposta sugli sprechi della Rai e sul fatto che la televisione pubblica non sembri voler reagire alla concorrenza di Mediaset. È qui che la Tanzilli pronuncia la frase incriminata e riportata nella prima lettera che, un mese dopo, l’ufficio Risorse umane le recapita sancendo l’apertura del procedimento disciplinare a suo carico: «Risulta che ella abbia riferito che da 10 anni all’ufficio scritture c’è una dirigente che proviene direttamente da Mediaset e che è solita riferirsi a Fedele Confalonieri chiamandolo “zio”». La stessa missiva riferisce che poco dopo un gruppo di persone ha iniziato a manifestare per i corridoi di Viale Mazzini (ma alcuni “cortei interni” sfilavano già da giorni) per poi appostarsi di fronte alla porta della dirigente chiamata in causa urlando «dimissioni dimissioni, sta qui quella che chiama Zio Confalonieri e papi Silvio». Ed ecco la contestazione disciplinare: «Il suo comportamento è contrario al principio del reciproco rispetto della dignità, dell’onore e della reputazione dei colleghi. È venuta meno agli obblighi comportamentali di correttezza». Inutile la difesa, consegnata il 28 maggio, nella quale la funzionaria sottolinea di non avere nominato la persona in questione e di non avere partecipato al “corteo interno” (circostanze peraltro riconosciute dall’azienda) e di avere riferito «senza commenti fatti oggettivi e noti ai più». Nel frattempo insorgono anche i sindacati. Cgil e Snater emettono un duro comunicato in difesa della dipendente. Parlano di «inaccettabile intimidazione», di «forme di spionaggio» e «strumenti repressivi» che «minano i diritti sindacali» e «la libertà d’opinione». Accompagnano la Tanzilli ad un incontro con l’azienda. Parte una lettera di solidarietà sottoscritta da 400 dipendenti. La contestazione disciplinare sembra finire lì, tutti tornano al loro lavoro e per quattro mesi non succede nulla. Ma martedì scorso la Tanzilli riceve una nuova lettera, datata 15 settembre. Missiva nella quale l’azienda – secondo indiscrezioni interne su impulso diretto della direzione generale guidata da Mauro Masi – le comunica: «Non essendo emersi dalle giustificazioni elementi atti a modificare le sua posizione, è nostra intenzione applicare nei suoi confronti il provvedimento disciplinare della sospensione di dieci giorni dal lavoro e dalla retribuzione». Santoro docet.
di Alberto D’Argenio