Lisa, la vecchiaia come dignità

di Paola Ciccioli

Queste mani sono di Lisa, lei preferisce farsi chiamare così anche se il nome che le hanno dato i genitori è Giulia. Ha 86 anni e quando il fotografo Francesco Cianciotta l’ha ritratta, in un giorno dell’estate appena conclusa, era seduta sotto un pergolato a prendere il fresco e a chiacchierare con le amiche sue coetanee o giù di lì. «Ha le mani d’oro», dice Maria, che per l’assidua frequentazione è ormai quasi una parente, oltre che punto di riferimento per l’intero vicinato. Avere le mani d’oro nel piccolo centro marchigiano dove Lisa vive, Urbisaglia, significa saper fare tutto e saperlo fare bene, al meglio.
Lisa è stata contadina e a scuola non è mai andata. Per lei la scoperta del mare è avvenuta soltanto due anni fa quando, grazie a una donna più giovane, Rossana, ha potuto partecipare alla messa che ogni anno viene celebrata all’alba sulla spiaggia di Civitanova Marche il giorno di San Giovanni, 24 giugno.
Lisa e gli ultraottantenni di Urbisaglia sono i protagonisti di “Radici”, una mostra che ho voluto realizzare per rendere omaggio alla vecchiaia che esprime fatica, umiltà, dignità. È quella che io conosco, in mezzo alla quale sono cresciuta e che ritrovo ogni volta che torno nel paese dove sono nata. Così vera e così lontana dalle immagini che mi capita di intravedere in televisione, che oscura gli anziani oppure li costringe a ridicolizzarsi.
I ritratti di “Radici” sono firmati da Francesco Cianciotta, manager e artista che aderisce a Shoot4Change, il network internazionale di fotografi, professionisti e non, che danno visibilità agli “esclusi” del pianeta.
Da domenica 10 ottobre (ore 15), e fino al 24, i vecchi di Urbisaglia potranno rispecchiarsi nei 25 ingrandimenti esposti nel teatro comunale. Con loro, chiunque creda che, senza il rispetto della memoria, non sapremmo dare nome e senso alle nostre esistenze.

*La mostra “Radici” è esposta nella Casa di riposo di Urbisaglia (Mc) e Paola Ciccioli intende temporaneamente allestirla anche in altre località italiane, in omaggio alla forza e al coraggio delle popolazioni marchigiane alle prese dall’agosto 2016 con le ferite del terremoto.

AGGIORNATO IL 31 OTTOBRE 2016

8 thoughts on “Lisa, la vecchiaia come dignità

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  2. ESTATE

    L’avvicendarsi del giorno e della notte
    é contraddistinto ormai
    dal ronzio delle mosche e delle zanzare,
    dal mormorio a mezza voce delle beghine
    nella chiesina dell’ospedale
    e del vociferare delle infermiere severe.
    Il fetore della morte e dell’amuchina
    copre l’odore dei fiori
    del succedersi dei funerali fuori.
    Di me, distesa su questa bollente brandina,
    non è rimasto che la sagoma di una vecchina.
    Unico brivido lo scorrere della mia orina
    dal sacro alle cervicali
    quando mi scappa il catetere dalla vagina.
    Con un’occhiata lenta guardo la porta della stanza
    ma vedo tutti gli altri parenti dei pazienti arrivare.
    Non ci sarà nessuno al mio funerale
    non ci sarà neanche un cero o un fiore.
    Oggi l’aria che entra con i sospiri rimane tutta dentro.
    La pancia é così gonfia che sto per scoppiare.
    Ma ecco che dalla fontanella della testa
    la putredine del pensiero nero
    parte come un naviglio
    sgonfia tutto quel groviglio
    va giù fino al perineo
    e con i giri del ventilatore
    che ha ripreso a funzionare
    si sparge come neve nera
    su tutti i miei parenti al mare
    come un sinistro temporale.
    le cose ogni tanto bisogna saperle dire,
    potevo mai pensare
    che la mente é legata agli sfinteri?

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