Pubblichiamo l’analisi critica della giornalista e scrittrice Valeria Palumbo sul modo in cui i maggiori quotidiani hanno raccontato l’ondata di assassini di donne. L’intervento di Valeria Palumbo, che è caporedattrice dell’Europeo e storica delle donne, è apparso sul sito di Donne in quota, la cui presidente, Donatella Martini è stata di recente premiata per l’attività dell’associazione, impegnata dal 2006 a combattere gli stereotipi di genere presenti sia nei media che nella società.
Sono indignata e preoccupata da come i quotidiani nazionali, a cominciare dal Corriere della Sera e dalla Repubblica (ossia da chi non te l’aspetti), stanno trattando l’ondata di assassinii di donne. Sabato 10 luglio il Corriere della Sera titolava “E l’amore si trasforma in sangue”. Peggio ancora ha fatto la Repubblica lunedì 12 luglio in un articolo di Nicola Pellicani che racconta l’assassinio di una ragazza di 16 anni, Eleonora Noventa, a opera di un pazzo (ma non bisognerebbe neanche definirlo così: se ne sminuisco le responsabilità), Fabio Riccato, di anni 30, che si è poi ammazzato. Pellicani parla di “tragedia dell’amore”. Stiamo scherzando?! Ma quale amore?! Molto più correttamente uno psichiatra Stefano Ferracuti, professore Associato di Psicologia Clinica alla Sapienza di Roma, intervistato il 12 luglio dal Gr1 delle 8 ha detto, a proposito dell’uccisione di Eleonora:
1. Questi sono uomini con disturbi gravi della personalità e i disturbi gravi sono in aumento soprattutto fra gli uomini. A contribuire al disordine è il consumo crescente di cocaina che rende paranoici.
2. Questi uomini non riescono ad accettare il fatto che le donne siano cambiate, e non solo non subiscono più la violenza tradizionale che la società ha sempre imposto alle donne, soprattutto all’interno della famiglia, ma sono ormai autonome e in grado di decidere per se stesse.
Ancora una volta: ma quale amore? Basta usare termini come “gelosia”, espressioni come “non poteva fare a meno di lei”, “delitto passionale” e altre cretinate da romanzo d’appendice (o di tribunale italiano degli anni Cinquanta e Sessanta).
Occorre reagire. E affrontare il tema nelle scuole: davvero i ragazzi parlano ancora in questi termini? Sono persuasa che il primo errore (soprattutto dei media) è bollare queste violenze come novità: la violenza sulle donne è un pilastro della società patriarcale. Ed è sempre scattata nei casi di ribellione. La differenza, forse, è che oggi la “ribellione” è diventata standard. Sono loro “i maschi resistenti” a doversi adeguare. Perché lo facciano occorre che prima arrivino le leggi. E un mutato atteggiamento dei media. Il linguaggio non è indifferente. Ma a proposito: dov’è in questi giorni il governo (e non solo la ministra alle Pari opportunità? Perché considera un’emergenza approvare la legge bavaglio e non fermare l’ondata di ginocidi? Sarà mica perché il premier è, come si autodefinisce, un “playold” che invoca gli astanti al Med Forum di Milano (repubblica.it, 12 luglio 2010): «Qualche volta portatevi anche qualche bella ragazza, signori ambasciatori, perché so che anche questo è un merito che tutti quanti siete molto orgogliosi di portare. E noi lo apprezzeremmo molto, perché siamo latini». Old, troppo old.
di Valeria Palumbo da DonneInQuota
D’accordo in tutto, ma perché le leggi sanzionino i mutamenti avvenuti in quella parte della società che sono le donne resesi in qualsiasi modo autonome, e inducano al mutamento quella parte costituita dai “maschi resistenti”, nonché, aggiungerei, dalle donne inconsapevoli, occorre che le donne consapevoli diventino “gruppo di pressione: e ciò occorre anche perché le leggi esistenti vengano attuate, e perché l’immaginario regressivo propugnato dai mezzi di comunicazione e dai governanti venga cestinato.
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D’accordissimo. Siamo qui per questo, ciao
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E’ necessario un passaggio epocale dalla società patriarcale centrata sul principio della soppressione a quella matriarcale basata sul principio di comprensione.
Lo dico da uomo. E’ ora che nella donna venga riconosciuto non solo il principio generatore, ma anche il Principio Ispiratore. E che diventi guida.
Piergiorgio De Stefani
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Piergiorgio, hai dimenticato il principio civilizzatore. Comunque ci sarà: nonostante il dire dei filosofi e delle religioni monoteiste il tempo su questo pianeta è ciclico e il matriarcato sta per tornare. Staremo tutti meglio, come già siamo stati
Per caso hai avuto l’occasione di conoscere i Moderni Studi Matriarcali? E si, come? Girano per lo più in ambiti femministi radicali.
Luisa
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