La polemica – Il calendario ha scandalizzato il Paese. Tra le modelle, la vice presidente della Camera. Accusate di proporre vecchi stereotipi, le donne si difendono: «Così siamo libere»
di Maria Serena Natale
BERLINO — Picconatrici con lo stiletto, ennesimo equivoco sulla mercificazione del corpo o ironica rivincita delle belle-e-intelligenti? Il calendario delle deputate pin-up accende l’estate in Repubblica Ceca — il Paese dell’ex premier Topolánek, abituato agli scatti osé. Il partito di centrodestra Affari pubblici, una delle rivelazioni delle elezioni politiche dello scorso maggio, ha lanciato sul mercato un calendario che ritrae le sue donne in pose provocanti, i cui proventi saranno devoluti a un ospedale pediatrico. Le foto sono in bianco e nero, le signore, alcune deputate, disinvolte e sorridenti come la vice speaker della Camera Katerina Klasnová, in reggiseno nero e minigonna per gennaio, e la caponegoziatrice del partito Kristýna Kocí, in négligé a dicembre. Il leader di Affari pubblici Radek John, noto giornalista investigativo, aveva incentrato la campagna elettorale sulla lotta alla corruzione e ai maneggi della vecchia politica. Ora è il suo partito ad essere accusato di riproporre vecchi stereotipi. «Dovrebbero mostrare cosa vogliono ottenere, non il loro aspetto», dice al Wall Street Journal Zuzana Graczova, manager per le risorse umane presso la società di consulenza Brain Logistics. «La nostra influenza politica è in crescita—ribatte Markéta Reedová, 42enne membro del partito che ha posato per il calendario — siamo donne che non temono di essere sexy, perché nasconderci? I cechi sono aperti».
«Esistono diversi tipi di femminismo», aggiunge Lenka Andrysova, 26 anni, dottoranda in Scienze politiche e deputata fotografata gattoni su un lavandino per il mese di settembre. Il voto di maggio ha punito gran parte dei maschi protagonisti della movimentata politica ceca. Con 44 seggi sui 200 della Camera bassa (4 per Affari pubblici), le donne hanno ottenuto il miglior risultato nella storia della
giovane democrazia nata dalla dissoluzione del blocco sovietico. Il primo giorno le neodeputate si sono presentate in Parlamento con gonne aderenti e tacchi a spillo. Peccato che nel nuovo governo nato dai negoziati tra i Civici democratici orfani di Mirek Topolánek (ritiratosi dopo l’ennesima gaffe), Affari pubblici e il partito dell’ex ministro degli Esteri Karel Schwarzenberg Top-09, non ci sia neanche una ministra. «Esito sfortunato» spiega il premier Petr Necas. In realtà le «compagne» della Cecoslovacchia sovietica hanno sempre lavorato come gli uomini, fin troppo omologate secondo i dettami, anche estetici, del grigiore socialista. Per le nuove generazioni, impegnate in battaglie femministe come quella del 2009 contro il residuo patriarcale dei cognomi in «—ova», un’effettiva parità si costruisce anche riappropriandosi delle specificità mortificate in un mondo tutto al maschile. «Non dobbiamo
sembrare uomini con la gonna — scrive sul quotidiano economico Hospodárské Noviny l’esperta di moda Jitka Richtrová — finalmente siamo libere di essere noi stesse».
dal Corriere della Sera 12 luglio 2010
Tutto il mondo è paese…
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Le donne del partito ceco di centrodestra potranno dire di aver compiuto una libera scelta, dettata dalll’autocompiacimento narcisistico per la loro immagine neofemminile, quando anche gli uomini del partito di centrodestra si faranno ritrarre su un calendario destinato alle elettrici. Fino ad allora rimarranno donne che si adeguano alle richieste di una società diretta dagli uomini. A proposito, nel loro governo non c’è neanche una fotomodella….
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