Bignardi: vidi Paperino e decisi di lasciare la Rai

L’intervista/La conduttrice riporta a La7 le sue «Invasioni barbariche». «Mi fecero slittare nella notte per le frasi di Morgan»

di Maria VolpeCorriere della Sera del 26 maggio 2010

MILANO —Si è rivista nella puntata d’esordio del primo Grande fratello (anno Duemila) riproposta di recente da La5?
«No, com’ero? Tanto ridicola?»

No, solo molto seriosa. Daria Bignardi, è vero, è più ironica ora, ma non ha smesso di prendere le cose sul serio. Fa parte della sua natura. E la sua «natura » ora si chiama La7, la sua amata rete dove farà ritorno il primo ottobre con «Le invasioni barbariche». In mezzo, una burrascosa parentesi sulla Rai, cominciata bene con il direttore di Raidue Antonio Marano che nel 2009 le propone un progetto interessante, lungo, che doveva durare fino all’Expo; e finita piuttosto male con il direttore di Raidue Massimo Liofredi con cui non c’è affatto feeling. Fino alla rottura. Dovevano essere tre anni di contratto. Il tutto è durato 8 mesi. Una storia di cui la Bignardi non ha mai voluto parlare finora.

C’è stato un momento preciso in cui lei ha deciso: basta, adesso me ne vado dalla Rai?
«Sì, c’è stato. Era il 4 dicembre 2009. Avevo registrato con qualche ora d’anticipo la puntata. Alle 23 mi chiamano diversi amici e mi dicono: “Perché sta andando in onda Paperino al posto dell’Era glaciale?”. Cado dalle nuvole, cerco di capire: nulla, nessuna risposta. Finalmente in tardissima serata parte la mia puntata».
Avete capito il motivo del ritardo?
«Nessuno ce l’ha mai spiegato. Hanno parlato di problema tecnico, ma evidentemente c’è stata l’intenzione di mandarlo in onda il più tardi possibile perché le dichiarazioni di Morgan avevano turbato qualcuno. Non so chi».
Cosa aveva detto Morgan di tanto grave?
«Con i suoi modi visionari aveva mosso critiche al governo, aveva detto che il problema della Rai dipendeva da Berlusconi che aveva vinto e aveva piazzato i suoi, e aveva fatto un riferimento alla P2. Io francamente ridevo perche quelle frasi avevano un tono surreale».
Una brutta nottata per lei?
«Sì davvero, un trauma. Non mi era mai capitata una cosa del genere. Un attacco professionale inaccettabile. La mattina dopo ho deciso che avrei chiuso con la Rai. Ma senza parlare. Ho chiamato i miei legali e ho detto di rescindere il contratto con la Rai».
Però! Lei è sempre così impulsiva nella vita?
«Sì. Del resto era successo lo stesso quando lasciai La7 per approdare in Rai. Era andato via Campo Dall’Orto ed ero avvilita: temevo finisse quel progetto di rete pensato insieme. Incontrai Giovanni Stella, nuovo amministratore delegato, carattere poco diplomatico. Come il mio del resto. Mi fa un discorso sbrigativo: “Voi siete numeri per me, io devo pensare al business”. Finito l’incontro, turbata, uscii da lì e chiamai Marano che mi corteggiava da anni».
Bisogna stare attenti con lei… Si è pentita di essere andata in Rai?
«Pentita no, ma in tanti mi avevano messo in guardia. Sei di sinistra, cercheranno di farti fuori».
Di tutta questa storia, di andate e ritorni, traumi, ferite: cosa le resta?
«Che purtroppo i luoghi comuni — che io detesto e cerco sempre di sfatare — sono veri, spesso. Almeno nel caso della Rai: un luogo dove vince lo strapotere della politica e dove non si pensa al prodotto: “L’Era Glaciale” andava bene».
Poi il ritorno a braccia aperte su La7 (con Stella ora i rapporti sono buoni). Una metafora matrimoniale
«Sì, quando dopo una sbandata torni a casa e ti rendi conto che tuo marito non è poi così male… Ora ho davvero la consapevolezza di tornare in un posto libero, dove mi sento a casa».
Ha avuto solidarietà dai colleghi? Telefonate dagli amici di La7?
«Certamente: Gad Lerner (con cui ho cominciato a lavorare anni fa a “Milano Italia”) è molto contento del mio ritorno. Poi sono in ottimi rapporti con Ilaria D’Amico, Lilli Gruber, Victoria Cabello. Tante donne a La7».
Domande «leggere» finali come quelle che fa lei: il politico più divertente?
«Massimo D’Alema, ho scoperto il suo lato ironico»
Cos’ha pensato quando gli è scappata quella parolaccia a «Ballarò»?
«Viva le emozioni. Se una cosa è vera, naturale, spontanea, non ci vedo nulla di male».
Però a lei non scappano mai le parolacce. Neppure in quell’intervista a Brunetta…
«Ho molto sangue freddo».
Un incontro che pensava facile invece è stato difficile?
«Mara Carfagna. L’avevo conosciuta qualche giorno prima a Roma: una persona gentile. In studio si è irrigidita».
L’intervista più simpatica?
«Con Claudia Pandolfi. Una simpatia travolgente».
E quel polverone per la croce celtica di Alemanno?
«Mi è dispiaciuto metterlo in difficoltà, non volevo».
Le piace molto la birra?
«Abbastanza. Mezzo bicchiere a fine programma, fa bene»

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