
foto di Laura Albano
“Il corpo delle donne” è il titolo del libro di Lorella Zanardo, ma è anche il tema di un documentario e di un blog. Per analizzare le umiliazioni e le volgarità con cui il mondo della comunicazione ritrae il femminile. E invitare a un altro approccio
di SILVANA MAZZOCCHI da la Repubblica del 18 maggio 2010
PUBBLICITA’, mass media, televisione. Il mondo della comunicazione non ama le donne. Le mostra e le esibisce togliendo loro ogni autorevolezza. Le denuda, le carica di lustrini e, mentre sembra esaltarle, le umilia. Le riduce a merce, a decorazione. Toglie loro la parola, le usa come prezzemolo visivo per “alleggerire” i programmi, le tratta come elemento di attrazione, come calamita per lo sguardo maschile. E’ questa la rappresentazione mediatica del femminile che, sebbene con qualche apprezzabile eccezione, risulta la più diffusa, quella che s’impone attraverso gli schermi televisivi, quella che entra nelle case a tutte le ore, che viene vista dalle ragazze e dai ragazzi e che svilisce la funzione educativa del mezzo televisivo. Una tv spesso anche volgare ma che, soprattutto, veicola un’immagine falsa delle donne, che fa torto alle donne reali, ai tanti passi avanti compiuti nei decenni passati, agli innumerevoli talenti femminili che crescono nelle scuole, che si affermano nelle università, nei centri di ricerca, nell’arte, nelle professioni e nel mondo del lavoro.
Una fotografia fedele di quanto ciascuno può guardare in tv è quella raccontata in Il corpo delle donne, (Feltrinelli) il libro scritto da Lorella Zanardo, consulente organizzativa e già autrice con Cesare Cantù e Marco Malfi dell’omonimo documentario visibile sul sito ilcorpodelledonne.com 1, dove è attivo anche un blog sull’argomento. Una ricerca, un film e un libro che denunciano il gap esistente tra la rappresentazione del femminile in tv e la realtà. E che indagano sui motivi per cui le donne non si ribellano alle immagini pornosoft che rimbalzano dagli schermi, come fossimo tutte e tutti quasi “in sonno” davanti a quello che ormai percepiamo come la normalità, seppure negativa.
Partendo da questa analisi, Lorella Zanardo pensa in positivo e suggerisce come reagire. Indica con quali occhi i giovani e i meno giovani dovrebbero guardare la televisione per riparare al vuoto diseducativo che il mezzo diffonde.
Il corpo delle donne è dedicato alle ragazze da un’autrice che sceglie di sottolineare le emozioni provate durante le settimane dedicate a guardare la tv: “…sentivo nella mia carne il sopruso della telecamera che frugava il nostro corpo. Soltanto attraverso la comprensione profonda, e di conseguenza l’assunzione totale della vergogna e del dolore per come eravamo rappresentate, sarebbe stato possibile scrivere un testo per stimolare domande per educare. E, finalmente, cambiare”. Una ferita che è servita da base per un impegno educativo di diffusione ed educazione che è tuttora in corso.
Il corpo delle donne in tv e non solo, perché questo libro?
“Per raccontare un intero anno in giro per l’Italia. Per dire che non è vero che le donne italiane sono zitte: sono ben più spesso zittite dai media; il nostro blog ne è la dimostrazione con un numero considerevole di ragazzi e ragazze che ci segue giornalmente. Soprattutto nelle scuole, dove portiamo i nostri corsi di Media Education. Per dare i rudimenti per un corretto utilizzo della tv. Per dire ai ragazzi e alle ragazze che cambiare il mondo si può e la storia del documentario lo dimostra”.
Spesso scuola e famiglia lasciano troppo spazio educativo alla tv, con quali risultati?
“Con il risultato di lasciare che modelli negativi si impongano ai nostri giovani. E’ necessario, invece, guardare la tv insieme ai bambini per insegnare loro a farlo con nuovi occhi. Questo non significa demonizzare la tv. Al contrario: significa dare ai ragazzi gli strumenti necessari per guardarla in modo attivo e consapevole, svelando i messaggi nascosti e rendendo i giovani capaci di difendersi dagli stereotipi ricorrenti”.
Che cosa dire alle ragazze e ai ragazzi per cambiare?
“Che cambiare si può. Spesso noi raccontiamo la storia del nostro documentario che è arrivato ad essere visto da più di un milione di persone: abbiamo utilizzato in tutto solo tre pc, tre videoregistratori e nessun budget, mettendoci passione e tanto lavoro. Questa esperienza può essere duplicata ed è la dimostrazione che il mondo può essere modificato con il contributo di ciascuno di noi. L’importante è innalzare il livello di consapevolezza sulle possibilità che noi tutti abbiamo di agire in modo propositivo e attivo”.
Lorella Zanardo
Il corpo delle donne
Felitrinelli
Pag 202, euro 13
E’ uno degli argomenti delle nostre riunioni per aiutare tutte noi a renderci conto che quello che ci fanno vedere è irreale e che una donna è bella anche (e forse soprattutto) se è rotonda e non perfetta, ma sa amare se stessa.
E anche che sentirsi donna e cercare di essere attraente non è sinonimo di “felice donna stupido-oggetto”, che non c’è bisogno di vestirsi da uomo per non essere scambiate per donne-decorazione.
Perchè c’è chi reagisce con l’imitazione e c’è chi reagisce cercando di differenziarsi all’estremo…
Ritroviamo insieme il coraggio di amarci e di farci amare. Il coraggio di ribellarci all’immagine che i media danno di noi.
Benvenute tutte le iniziative come questa e speriamo di riuscire a contribuire anche in minima parte.
Cristina Luzzi
Direttrice di La Valigia Rossa
facebook: la valigia rossa
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Cara Cristina, grazie, a nome del gruppo, per questo commento, nel quale trovo passione e sincero dolore.
Prorpio quel dolore, di cui parla Lorella Zanardo, che ha provato, con tanta vergogna, nel vedere tanta tv per realizzare il libro ed il documentario. Sentimenti che condividiamo, ogni volta che rivediamo il documentario o rileggiamo passi del libro.
Sentimenti necessari, vitali, perchè, espressi in tutte le sedi che, da un anno sono (ri)sorte, e non si ha idea di quante siano, possono contribuire al cambiamento culturale, fine ultimo della nostra battaglia. Vorrei sapere di più del tuo gruppo ed organizzare un incontro con il nostro. Siete anche voi di Milano ? Scrivimi una mail, se puoi, a: scovre18@gmail.com. Grazie e buon lavoro.
Sandra Covre, “donne della realtà”
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