È avvilente doversi occupare ancora delle dichiarazioni sconsiderate del nostro Presidente del consiglio. Ma è d’obbligo purtroppo. Mercedes Bresso, ennesimo bersaglio del premier, si chiede, a ragione, se Berlusconi non abbia bisogno di un «un lifting al cervello». Riportiamo la cronaca di oggi dell’Unità con un’intervista a Franca Valeri e il commento di Francesco Merlo pubblicato ieri da la Repubblica.
Insulti a Bresso, è bufera:
«Il premier chieda scusa»
di Mariagrazia Gerinatutti
Paura dello specchio? Macché. Berlusconi ne fa un’arma da scagliare contro l’avversario politico donna? E loro, le presunte «bruttine» prese a bersaglio dal premier, lo specchio se lo regalano. «Tieni, Mercedes, un omaggio alla tua femminilità, al tuo coraggio e alle tue competenze», scandisce la “veterana” Rosy Bindi, che l’insulto berlusconiano vuole «più bella che intelligente», mentre porge alla collega Bresso il nuovo oggetto della resistenza al premier. E benvenuta nel regno delle donne insultate dal Cavaliere. L’elenco è lungo. Ma la battuta che il premier le ha riservato l’ha fatta balzare subito ai primi posti. «La Bresso? Quando si alza al mattino e si guarda allo specchio si è già rovinata la giornata», assicura, simpaticissimo, il Cavaliere. «Piuttosto trovo preoccupante lo stato delle sue cellule grigie, forse ricorda solo più i momenti in cui si è incontrato con le veline», replica lei, suggerendo «un lifting al cervello». Meglio usare l’ironia.
L’ossessione di Berlusconi. Dall’argomento «guardarsi in faccia al mattino», d’altra parte, Berlusconi sembra letteralmente ossessionato. Almeno a giudicare dal numero di volte che lo ha usato contro l’avversario di turno. Rocco Carlomagno (il giornalista free-lance recentemente strapazzato dal ministro La Russa) interrompe la sua conferenza stampa? «Capisco che lei sia nervoso, ogni mattina deve guardarsi allo specchio». C’è da far eleggere Ugo Cappellacci? E allora giù di nuovo con il tormentone dello specchio, anche contro Soru: «Quando si vede allo specchio si è già rovinato la giornata». La tecnica, oltre che la battuta, come si vede non cambia. D’altra parte, rattristati dalla loro immagine, per il premier, sono comunisti e cattocomunisti, in blocco. Tutti «incazzati perché la mattina si guardano allo specchio».
Fin qui, aveva avuto giusto qualche remora a usare il tormentone dello specchio contro una donna. Ora ha rotto anche questo tabù. Risultato: una valanga di messaggi di solidarietà a Mercedes Bresso dalle donne del Pd. Da Melandri a Sereni. Da Agostini a Pollastrini, che invoca almeno le scuse. «Sappia Berlusconi che non può permettersi di insultare così», prova ad arginarlo il segretario del Pd Bersani, in difesa della candidata alla Regione Piemonte, ma anche di Emma Bonino, che, da avversaria di Renata Polverini nel Lazio, è forse la più bersagliata in queste ore dal premier.
25 marzo 2010
Franca Valeri: «Non è che lui sia Richard Gere. Si guardi allo specchio morale»
Sapendo quanto è volgare l’uomo, non si dovrebbe neanche stare a sentire cosa dice…», premette Franca Valeri, che da signora dell’umorismo suggerisce di derubricare la battuta del premier a «volgarità». Poi, piazzando lì, una delle sue pause comiche, ci ripensa.
Dica?
«Non è che lui sia un Richard Gere, è un vecchio, piuttosto brutto, come anche gli uomini del suo staff… ».
Dice che dovrebbe guardarsi allo specchio lui?
«Sa guardarsi allo specchio a una certa età serve giusto a darsi una rassettata… Più importante sarebbe guardarsi allo specchio morale, per le persone intelligenti è un gesto istintivo, fa male ma porta anche beneficio. Berlusconi credo che non abbia proprio tempo, però sospetto che abbia sempre uno specchietto in tasca per controllare se sono a posto tutte le sue ristrutturazioni».
Ma tecnicamente secondo lei la battuta del premier fa ridere?
«Secondo me, quella battuta è solo la volgarità inutile di un signore anziano. Nessun uomo politico farebbe una battuta del genere. Ma Berlusconi le fa e questo lo squalifica agli occhi di tutti. C’è un termine che si usa per i comici di quart’ordine: il tormentone. Ecco il tormentone è proprio sintomatico di una mancanza totale di ispirazione».
Vale anche per la politica?
«Certo, Berlusconi lo applica continuamente: i tormentoni sulla sinistra, quello sui giudici, purtroppo su un certo livello fanno anche presa…».
E il tormentone sulle donne? Prima se l’è presa con la Bindi, ora con la Bresso.
«Che Rosi Bindi o Mercedes Bresso non siano delle ragazze bone è talmente evidente che è inutile e volgare sottolinearlo, ma sono delle donne di valore politico, come Emma Bonino, è su questo piano che Berlusconi dovrebbe affrontarle e non su quello della bellezza. Ma il fatto è che le avversarie vere gli danno fastidio. Lui ama circondarsi di queste giovani onorevoli che fanno quello che vuole lui, le donne che sono sullo stesso piano o più degli uomini gli danno noia, evidentemente».
Perciò le attacca con queste battute?
«Proprio così».
C’è qualcosa di crepuscolare in questa volgarità?
«No credo che in questo caso la volgarità sia insita nel personaggio, da sempre. D’altra parte ognuno invecchia secondo ciò che è stato da giovane, ma certo invecchiare per lui è un grosso problema».
25 marzo 2010
L’ insulto speculare
di FRANCESCO MERLO
Chi di specchio ferisce di specchio perisce. Un amico che fa il direttore di un grande albergo (non ne farò il nome neppure se torturato) mi ha raccontato di avere visto Berlusconi alle 4 del mattino nel corridoio dell’ hotel. Gli si è presentato dinanzi, per uno di quei contrattempi che a volte accadono nel suo mestiere, un vecchietto rotondo e basso, non calvo ma spelacchiato, scolorito e stinto, la pelle tostata e avvizzita… Ebbene, il mio amico lo ha trovato, proprio in quell’ occasione, pietosamente umano. Perché la verità, ha aggiunto, non è lo specchio magico che deforma i tratti altrui ed esalta quelli propri, non è devastata dai truccatori, non è di comodo. Ecco: Berlusconi ieri a Torino ha insolentito il governatore Mercedes Bresso, la quale governa bene un pezzo dell’ Europa che conta, non solo perchéè una signorae non una velina. Contro la Bresso ha evocato lo specchio non solo perché identifica le donne con le mutandine e al pennone della sua bandiera sventola un tanga. Ma perché lui non si specchia mai. Davvero Berlusconi non riuscirebbe a sostenere il giudizio severo dello specchio. Com’ è noto, preferisce specchiarsi in Bonaiuti e negli occhi degli amori mercenari che lo esaltano in proporzione alla dazione. Cesare Pavese ha cantata così l’ immagine insopportabile che girava nel corridoio di quell’ albergo: «Come un vecchio rimorso/ o un vizio assurdo. I tuoi occhi/ saranno una vana parola / un grido taciuto/ un silenzio. Così li vedi ogni mattina/ quando su te solo ti pieghi / nello specchio…». Insomma non c’ è soltanto l’ idea fissa del satiro senile nella seguente volgarità sputata contro il governatore del Piemonte: «Cosa fa la Bresso al mattino? Si guarda allo specchio e cosa vede? Vede la Bresso e si è già rovinata la giornata». Dire che la Bresso non è una cubista e non è una escort è infatti una ovvietà. Ma solo Berlusconi ne deduce che la Bresso non piace a se stessa. E ha cercato di convincere i piemontesi a non votarla perché non scodinzola e non miagola davanti allo specchio. Lui non sosterrebbe mai una signora sobria, discreta e responsabile che ragiona con la testa e non con la guepiere. Ma il vero dramma non si coglie in superficie. Berlusconi crede che lo specchio sia un suo alleato, un suo ministro, un La Russa o un Gasparri. Pensa di essere bello, intelligente, alto e biondo proprio perché evita lo specchio vero. Non capisce che la gente normale non colleziona specchi e la mattina, alzandosi alla guerra con il mondo, non corre a cercare uno specchio ma si ritrova e si perde nei problemi di ogni giorno: gli stipendi, l’ affitto, i figli a scuola, la pensione, il lavoro e ovviamente, se è italiano, la sventura di avere Berlusconi. Alla fine, dietro la scemenza sullo specchio, che Berlusconi peraltro aveva già recitato, non c’ è la Bresso e non c’ è neppure la campagna elettorale che invece c’ è negli immancabili insulti ai giudici e, questa volta, anche ai colleghi della Stampa di Torino. C’ è, invece, nel Berlusconi che si arrampica e scivola nello specchio, un disperato e malcelato bisogno di fissità. C’ è la paura di incontrare se stesso nel corridoio di un albergo, di vedersi, appunto, allo specchio che è un tribunale senza Ghedini. È questo l’ epilogo del Berlusconi che si sta disfacendo: dopo avere in ogni modo truccato se stesso, adesso – al mattino a mezzogiorno e a sera – trucca gli specchi, lucida la superficie convessa dei suoi Minzolini.
Repubblica — 24 marzo 2010
non sono d’accordo sulla richiesta di scuse al presidente del consiglio, significherebbe considerare importante quello che dice o fa, e invece io credo che la “punizione” migliore contro le sue esternazioni sia proprio di lasciarle inconsiderate.
non crediamo che le sue battute fuori luogo siano stupidaggini che dice quando parla a ruota libera, sono comunque studiate e ponderate affinche’ si crei bufera e tutto contribuisce a far si che si stia lontano dai problemi reali.
mercedes bresso e’ una donna troppo intelligente per aver bisogno delle scuse di chiunque, figuriamoci di berlusconi….
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Berlusconi è imbarazzante.
Tra il cancro che sconfiggerà in tre anni, l’infelice battuta sulle albanesi, papi donnine e donnacce, le innumerevoli gaffe nel territorio nazionale e all’estero, mi fanno solo vergognare.
E io sono stata una sua elettrice, per anni.
Ora, più semplicemente, non voto più.
Sono assolutamente disgustata.
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Cara Erica, una delle colpe da addossare a questa classe dirigente è, secondo me, proprio quella di aver reso sempre meno credibile la politica e di aver allontanato tante donne (e tanti uomini) dal diritto-dovere di voto. Un diritto-dovere per il quale, prima di noi, donne e uomini hanno combattuto e speso intelligenze, valori, energie. Forse, pensando a questo, potrebbe ritornare la motivazione alla partecipazione, senza la quale nulla può cambiare e migliorare.
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