da la Repubblica del 15 febbraio 2010
La lettera. Elvira Dones, scrittrice e giornalista albanese replica alla battuta di Berlusconi
“Quelle donne le ho incontrate. Mi hanno raccontato le loro vite violate, strozzate, devastate”
In nome delle belle ragazze albanesi
“Signor Berlusconi, basta battutacce”
di ELVIRA DONES *
Dalla scrittrice albanese Elvira Dones riceviamo questa lettera aperta al premier Silvio Berlusconi in merito alla battuta del Cavaliere sulle “belle ragazze albanesi”. Durante il recente incontro con Berisha, il premier ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all’Albania. Poi ha aggiunto: “Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze“.
“Egregio Signor Presidente del Consiglio,
le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: “le belle ragazze albanesi”. Mentre il premier del mio paese d’origine, Sali Berisha, confermava l’impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che “per chi porta belle ragazze possiamo fare un’eccezione.”
Io quelle “belle ragazze” le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A “Stella” i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E’ solo allora – tre anni più tardi – che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.
Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel
puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell’uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l’utero.
Sulle “belle ragazze” scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un’altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E’ una storia lunga, Presidente… Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l’avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.
In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent’anni di difficile transizione l’Albania s’è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L’Albania non ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci.
* Elvira Dones, scrittrice-giornalista.
Nata a Durazzo nel 1960, si è laureata in Lettere albanesi e inglesi all?Università di Tirana. Emigrata dal suo Paese prima della caduta del Muro di Berlino, dal 1988 al 2004 ha vissuto e lavorato in Svizzera. Attualmente risiede negli Stati Uniti, dove alla narrativa alterna il lavoro di giornalista e sceneggiatrice.
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Stampa albanese contro Berlusconi “Battuta scandalosa sulle ragazze”
La scrittrice Dones: il premier dimentica i loro drammi
Indignazione delle donne anche su Facebook
Berisha assolve “l´amico Silvio”
di PIETRO DEL RE
da la Repubblica del 16 febbraio 2010
ROMA – Poche, infelici parole hanno scatenato la rabbia di schiere di donne albanesi e l´indignazione di tutta la stampa del paese d´Oltre Adriatico. Stavolta Silvio Berlusconi non se l´aspettava proprio che una semplice battuta, come quella pronunciata venerdì scorso sullo «sbarco di belle ragazze dall´Albania», potesse sollevare tanto polverone. La frase del presidente del Consiglio, con cui attaccava gli scafisti, salvo quelli che appunto traghettano «belle ragazze», ha subito trovato spazio sui titoli dei media albanesi: qualche testata l´ha definita «scandalosa», un quotidiano ha parlato di «uno show comico», mentre un commentatore televisivo ha esortato il governo di Tirana a «considerare eventuali sanzioni diplomatiche contro l´Italia». Su Facebook giornaliste, scrittrici e artiste albanesi che vivono nel nostro paese, ma anche in Francia, Germania e Gran Bretagna, hanno rivolto una lettera aperta al presidente del Consiglio esigendo le sue scuse.
Ieri, nel tentativo di smorzare le polemiche scatenate dall´improvvida frasetta è intervenuto perfino il premier albanese, Sali Berisha, il quale ha assolto il suo “grande amico” italiano spiegando che, durante la loro conferenza stampa congiunta a palazzo Chigi, Berlusconi «aveva solo rivolto un complimento alle graziose giornaliste giunte da Tirana». Davanti al gruppo parlamentare del suo partito, Berisha ha prima commentato gli esiti della visita ufficiale in Italia e la firma del Documento sul Partenariato Strategico («un atto di portata storica»), per poi affermare che le battute di Berlusconi sono state «ingiustamente fraintese». Ha spiegato il premier di Tirana: «In quell´ambiente dove c´era una forte presenza di cronisti maschi, le nostre affascinanti giornaliste non potevano non dare nell´occhio. E sono stato io ad invitarle a fare poi la foto di gruppo».
Sempre ieri, il nostro sito internet ha pubblicato la vibrante lettera di una giornalista e sceneggiatrice albanese, Elvira Dones, emigrata dal suo paese prima della caduta del Muro e che adesso vive negli Stati Uniti. La Dones scrive a Berlusconi perché il suo «disinvolto senso dello humor» ha toccato persone a lei molto care: «Io quelle “belle ragazze” ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A Stella, per esempio, i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana». La giornalista invita il nostro premier a smettere di considerare i drammi umani come materiale «per battutacce da bar a tarda ora». Se così facesse, Silvio Berlusconi «non avrebbe che da guadagnarci».
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Noto sui siti che MADRI e PADRI italiani molto indignati chiedono scusa alla mia compaesana della battutaccia del Sig.Berlusconi, cari signori miei, mi dispiace tanto dovervelo dire ma per quanto una battuta poco felice e che porta in mente pensieri dolorosi, al meno per la gente di buon senso, da albanese (spiritoso..)vi dico che può anche capitare, succede, ma le cose vanno prese dalla base, e quindi;
LA COSA PIU’ GRAVE E’ CHE SONO I VOSTRI FIGLI (un spaventoso esercito di milioni di persone) CHE VANNO CON QUESTE RAGAZZE SENZA MINIMAMENTE PENSARE CHE DIETRO OGNI INDIVIDUO PUO’ NASCONDERSI UNA TRISTE STORIA, FIGURIAMOCI POI SE SI TRATTA DI UNA RAGAZZA CHE LAVORA IN STRADA…..
L’estate scorsa ho avuto in Italia una esperienza diretta con un ragazzo di 17 anni in una città del nord il quale, in un parco, in una confidenza (forzata) mi disse testualmente; ‘amico, dopo questa birra vado a farmi quella t**** rumena!’.
Ho cercato di farli capire un’po’ di quel triste tipo di divertimento e di quel tipo di vita, ma quando li ho chiesto se i suoi al meno mai glielo avessero fatto capire, parlato di queste cose, lui stupito, mi rispose con un secco NO!!!!
Quindi, Vi assicuro che se i vostri figli (ricordo, parliamo di una massa che va conqueste ragazze)avessero avuto una degna educazione:
neanche avrebbe avuto modo e senso di esistere quel tipo di battuta.
Comunque, vorrei ricordarvi che per fortuna quel orrendo traffico è solo un triste ricordo dei anni passati.
Grazie.
p.s
Chissà avrei anche io desiderato rivolgere questo mio comento alla Repubblica, ma se la mia compaesana e certa che il Sig.Berlusconi non legge questo giornale, anche io nutro dei dubbi che la Repubblica l’avrebbe pubblicata
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Gentile Aldo,
è vero: gli uomini italiani non si fanno alcuna domanda quando vanno con le prostitute. E non si chiedono se dietro ci sono organizzazioni criminali che forzano, anche con la violenza fisica, queste donne a vendersi. Lo ha documentato molto bene un ricerca condotta dall’Istituto Transcrime che aveva tra gli altri lo scopo verificare l’atteggiamento dei clienti di fronte alle prostitute vittime della tratta degli esseri umani. Neppure vedendo sui corpi delle ragazze bruciature di sigaretta o altre cicatrici, i clienti desistono. Quasi mai chiedono il perché di quelle ferite, soltanto eccezionalmente si ricordano che quel corpo è di una persona. Ma l’atteggiamento dei maschi italiani che ricorrono alle prostitute è simile a quello di altri paesi. Non so se la questione della mancanza di educazione, che lei solleva, possa spiegare tutto. E non sono neppure così sicura che la Repubblica non pubblicherebbe una lettera come quella che lei ha inviato al nostro blog. Da ultimo, per quanto riguarda “l’orrendo traffico”, sì, i ricercatori dicono che le albanesi hanno lasciato il passo alle rumene, alle nigeriane, alle moldave… Ma questo non vuol dire che sia finito. Tutt’altro. Grazie del suo intervento, Paola
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ma possibile che proprio a noi donne italiane che tanto abbiamo lottato per affermare la libertà e la dignità femminile sia toccato un presidente così’ disgustosamente erotomane e rammollito. Basta guardarlo vien da vomitare. Ma andiamo a dirglielo tutte quante a Roma prima possibile. Nicoletta
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ciao sono valter, ho letto tutto e sono confuso,chiedo comunque scusa per non avere una spiccata sensibilità a riguardo, ma sono sicuramente dalla vostra parte,buona fortuna
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maa dico,se quelle verginelle non sopportano le angherie e le vessazioni ed i taglieggiamenti di quei magnaccia,perchè non lo
dicono alla prima sgangherata volante della polizia (e chissà quanti
di quei poliziotti non sono addirittura loro clienti abituali ) e tra una marchetta e l’altra e tra una fellatio e l’altra gli spifferano nomi, cognomi,abitudini e percentuali.
Riuscirebbero in un baleno a liberarsi dalla schiavitù ed assicurarsi
un immediato rimpatrio gratuito in Albania.
Ma siamo sicuri che è questo quel che vogliono?
Ma siamo sicuri che i genitori le aspettano sulla soglia di casa a braccia aperte o,molto più verosimilmente,con un nodoso
bastone per punirle,visto il danno economico arrecato a quei
virtuosi genitori per il mancato ….reddito?
Non capisco proprio che ca… c’entri tutto ciò con Berlusconi.
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